ROSARNO – “Puliamo il mondo”, la celebre campagna di sensibilizzazione di Legambiente per la difesa del territorio, ha fatto tappa a Rosarno nella mattinata di oggi.
Legambiente in Calabria opera per formare e diffondere, nell’opinione pubblica, una sensibilità ambientale che divenga base di un nuovo modello culturale e di stili di vita che favoriscano la nascita di un Paese più pulito e civile.
«L’iniziativa – ha spiegato Caterina Gattuso, referente di Legambiente Calabria – è, tra le altre cose, un’occasione per ribadire la solidarietà dell’associazione nei confronti di Elisabetta Tripodi, da qualche settimana sottoposta a tutela con scorta, nonché l’ennesima occasione per rilanciare, da parte dei rosarnesi, l’immagine di una comunità “pulita”, solidale e orgogliosa della propria storia e identità».
Oltre 100 studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “R. Piria” (che comprende il Liceo Scientifico e l’Istituto Professionale “Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale”), della Scuola Secondaria di 1° Grado “Scopelliti – Green” e dei Circoli Didattici “Marvasi” e “M. Zita” di Rosarno, (muniti degli utili gadget, offerti dall’associazione, per la raccolta) sono stati impegnati assieme a Legambiente, Coldiretti, Piana Ambiente, associazione “Amici del Parco Archeologico”, ed altre realtà associative territoriali, a ripulire e valorizzare un’area di circa 13 ettari (sito nel quale era collocata l’antica Medma, polis magno-greca risalente al VII sec. a.C.), sottoposta a vincolo diretto dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria con D.M. 25.05.1978 e destinata a parco archeologico nel vigente strumento urbanistico comunale.
Presenti all’evento, oltre al primo cittadino, l’assessore Francesco Bonelli, che ne ha curato personalmente l’organizzazione, vari membri della maggioranza, Caterina Gattuso di Legambiente, Mimmo Cannatà di Coldiretti e Francesca Chirico, di “Rete Radici”, che ha consegnato al sindaco Elisabetta Tripodi un dossier “monitoraggio autunno/inverno 2010-2011” stilato dalla sua associazione.
«Ad un anno dalla rivolta – ha spiegato la donna – il dossier Radici/Rosarno fotografa la situazione della Piana di Gioia Tauro, adesso occorre rimboccarsi le maniche e programmare l’inclusione dei braccianti africani, abbandonando le ipocrite politiche dell’emergenza e puntando sulle buone pratiche».
Francesco Comandè