Un arcobaleno di colori ha illuminato ieri Cinquefrondi che ha ospitato la Marcia nazionale della pace organizzata da Recosol in sinergia con l’Amministrazione comunale e diverse associazioni che hanno contribuito ad accogliere festosamente un migliaio di partecipanti che, sfidando la canicola pomeridiana, hanno dilagato per le strade cittadine formando un allegro corteo che si è dipanato lungo le principali vie cittadine in un percorso snodatosi per oltre due ore. Canti, slogan, cori e tante voci di semplici cittadini, diverse associazioni, rappresentanze sindacali ed immigrati a sfilare fianco a fianco ai rappresentanti istituzionali, decine di sindaci, gonfaloni dei comuni e della Città Metropolitana che non sono voluti mancare all’appuntamento allestito appositamente nella Giornata mondiale delle migrazioni per chiedere un mondo più giusto ed accogliente, specie per le persone che provengono dal sud del mondo. Un momento di festa certo, ma anche un momento di riflessione grazie agli interventi delle diverse personalità che si sono alternate sul palco allestito in piazza della Repubblica – con la stura data dai migranti della cooperativa Sankara pronti a ribadire le ragioni delle emigrazioni – per riflettere ancora una volta sull’inutilità di guerre e conflitti e la necessità della pace come antidoto alle migrazioni forzate che mettono a repentaglio tante vite umane. Il bisogno, insomma, di recuperare quel senso smarrito di umanità che contrappone le paure degli uomini in conflitti armati che causano solo morte e distruzione impedendo a ciascuno di vivere serenamente nella propria terra di origine e costringendo a riporre tutte le speranze in una barca sfidando la sorte ed il mare per abbracciare un futuro fatto di incognite ed incertezze in quel lembo di terra promessa chiamata Europa.
Tra gli altri, in evidenza gli interventi di don Serafino Avenoso, parroco della città, ha parlato di pace come valore universale a cui ambire mentre don Pino Demasi per Libera ha posto l’accento sul contrasto sud/nord del mondo da abbattere con corresponsabilità ed azioni concrete. Significativo il contributo dello storico parlamentare comunista Peppino Lavorato che, rifacendosi alle lotte bracciantili per l’emancipazione, ha ricordato la marcia tra gli ulivi di oltre sessant’anni fa mentre Luigi De Magistris, già sindaco di Napoli, ha spinto per un maggiore coinvolgimento del sud del modo per una necessaria integrazione socio-politica. Un plauso ai manifestanti è arrivato anche dal giornalista Ilario Ammendolia che ha ricordato il valore delle piazze e l’utilità di riempirle di contenuti come il caso della manifestazione cinquefrondese. Infine, la presenza del giornalista televisivo Michele Santoro, a cui è stata affidata la chiosa dell’evento, è servita ad offrire al pubblico una serie di spunti di riflessione sullo squilibrio economico e politico della popolazione mondiale sempre più accentuato e concentrato nelle mani di pochi, sulla generale inutilità dei conflitti, con particolare riguardo a quello russo-ucraino alle porte d’Europa ed alla sua nocività ambientale, sulla pericolosità dei nazionalismi spinti, da qualunque parte provengano, e sulla necessità di organizzare la galassia pacifista in una formazione politica per rinvigorire gli sfiduciati lasciati soli nelle piazze a sensibilizzare sui grandi temi con le bandiere della pace in mano. Il concerto del musicista Eugenio Bennato – in tour con il suo “Vento popolare” – ha, quindi, suggellato in musica una giornata storica di lotta ed introspezione per i diritti dell’umanità.