PALMI – Udienza ricca di sorprese quest’oggi in aula bunker a Palmi, dove dinanzi alla Corte presieduta da Concettina Epifanio, con a latere le togate Maria Laura Ciollaro e Antonella Crea, ci sono state ben tre dichiarazioni spontanee rese dagli imputati nel processo All Inside.
Il Pubblico Ministero della Dda di Reggio Calabria Alessandra Cerreti, ha depositato la documentazione trenta lettere, in parte ricevute dalla collaboratrice Giuseppina Pesce, e l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Milano nel dicembre del 2005, relativa all’operazione dei Carabinieri “Luna Blu”.
Collegato dal carcere romano di Rebibbia, Giuseppe Ferraro, zio di Giuseppina Pesce, ha reso dichiarazioni forti, andando ad attaccare direttamente l’operato del Pubblico Ministero.
«Il Pubblico Ministero sta strumentalizzando le lettere, non può interpretarle a modo suo – ha detto Ferraro – Lei così lancia messaggi velati a mia nipote Giusy che è in video conferenza, e le dice “guarda che se non collabori sai a cosa vai incontro”, sta strumentalizzando tutto».
Immediatamente la presidente del collegio lo ha fermato, facendogli notare che forse anche il suo potrebbe essere un messaggio velato diretto a qualcuno; ma Ferraro ha proseguito nella sua dichiarazione, nonostante il rimprovero della Epifanio.
«Il 2 maggio scorso ero in carcere a Palmi e mi sono stati sequestrati dei fax, e per colpa di quei fax io mi trovo in regime di 41 bis, perché il Pubblico Ministero non deposita pure le copie di quei fax?».
Ravvisando gli stremi di reato, la Cerreti ha chiesto che la Procura di Palmi acquisisca la trascrizione della fono registrazione di quanto spontaneamente dichiarato da Ferraro.
«State strumentalizzando tutto, sembriamo in una dittatura», ha urlato dalla gabbia l’imputato Francesco Pesce, creando scompiglio in aula.
Dal carcere de L’Aquila, sono giunte altre dichiarazioni spontanee, rese da Salvatore Pesce.
«Vi annuncio che quando sarà il turno del mio esame, parlerò e dirò tutta la verità, racconterò come sono andate le cose dagli anni Ottanta ad oggi. Vi mostrerò che nessuno ha mai fatto indagini, solo un magistrato ma per un breve periodo».
Ristabilito l’ordine in aula, l’udienza è finalmente iniziata con il contro esame del teste citato dalla pubblica accusa, il maresciallo del Gico di Catanzaro Antonio Donato, che è stato interrogato anche dalla Corte.
A seguire, è iniziato l’esame dell’altro teste citato dalla dottoressa Cerreti, il maresciallo Giovanni Pagano, anch’egli del Gico di Catanzaro, che, interrogato dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Palmi, Giulia Pantano, che in questo processo collabora con il Pm Alessandra Cerreti, ha ricostruito l’inizio dell’indagine da cui è scaturito il processo celebrato a Palmi.
In particolare, Pagano ha risposto in merito alle intercettazioni telefoniche tra gli imputati, sul numero di utenze a loro intestate e sulle modalità di riconoscimento delle persone oggi imputate nel processo All Inside.
Prossima udienza martedì 13 settembre alle 14e30.
Viviana Minasi