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A Tunisi nel giorno dell’attentato

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GIOIA TAURO – “La preoccupazione dei nostri insegnanti ci ha salvato la vita”. Continuano a ripeterlo i ragazzi che lo scorso 18 marzo si trovavano a Tunisi proprio nel giorno dell’attentato al Museo del Bardo, entrato a far parte della storia del mondo.

Fra i trentuno maturandi dell’istituto Tecnico Nautico di Pizzo c’erano anche due studenti di Gioia Tauro. Si tratta di Antonio Bruno e Antonio Gangemi, tornati da un paio di giorni dalla gita di fine anno, il cui ricordo non é esattamente come quello di un viaggio d’istruzione qualunque.

Partiti per la crociera da Civitavecchia e dopo la prima sosta fatta a Palermo, il terzo giorno la nave approda a Tunisi. Il programma prevedeva la visita al Museo, ma i docenti erano particolarmente timorosi e hanno deciso di non fare allontanare gli studenti che hanno approfittato della mattinata per esercitarsi al porto e comprare qualche souvenir.

“Anche noi eravamo titubanti. – hanno spiegato i due gioiesi – Sapevamo che si trattava di una città a rischio ma non ci siamo resi conto di nulla. Abbiamo saputo dell’accaduto direttamente dai nostri familiari in Italia. – hanno aggiunto – E invece di ripartire il pomeriggio alle 16 abbiamo aspettato la mattina successiva perché purtroppo mancavano all’appello diversi ospiti della nave”.

imageOspiti che su quella nave non hanno più fatto ritorno, mentre molti altri sono rimasti feriti ma si sono salvati.

“Non sapevamo se ritenerci fortunati per essere scampati al pericolo o se continuare a temere per la nostra incolumità”, hanno detto.

Inutile raccontare la paura dei genitori che dalla cucina di casa, mentre pranzavano pensando ai figli che si divertivano in gita insieme ai loro compagni, hanno appreso la notizia dell’esplosione dal telegiornale.

“Il viaggio é poi proseguito in Spagna e in Francia prima di tornare in Italia, ma lo spirito non era più lo stesso. – hanno aggiunto i due Antonio – Arrivati a casa abbiamo ringraziato per l’ennesima volta i nostri professori. É solo grazie a loro infatti che non ci é successo nulla. Pensare ad un viaggio futuro fa paura. Il mondo è cambiato. E alle preoccupazioni che ci sono sempre state oggi dobbiamo aggiungerne un’altra che prima non c’era”.

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