Otto orologi Rolex, diversi conti correnti, un bar-tabaccheria, un distributore di carburante con autolavaggio, due appartamenti, quindici autorimesse e altrettanti terreni edificabili: è questo il patrimonio sequestrato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano a Francesco Orazio Desiderato, 50 anni, originario di Vibo Valentia, arrestato lo scorso febbraio e ritenuto vicino al clan ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi.
Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione – è stato eseguito ai fini della confisca e riguarda beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato in circa 3 milioni di euro.
Desiderato, attualmente detenuto nel carcere di Opera, è stato coinvolto nell’operazione “Old Irons” della DDA di Milano, dalla quale sarebbe emerso il suo ruolo di «capo e promotore» di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti attiva nell’hinterland milanese. Secondo l’accusa, avrebbe gestito i rapporti per le forniture di droga grazie ai legami familiari con la cosca Mancuso, in quanto nipote di Zi ‘Ntoni Mancuso.
Il suo profilo criminale è definito dagli inquirenti di «assoluto spessore», con una «pericolosità sociale storica» attestata da numerosi procedimenti penali tra il 1996 e il 2013. Dal 2020 in poi, Desiderato sarebbe stato coinvolto in reati legati al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere, riciclaggio e false fatturazioni.
Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una forte sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita dell’uomo, oltre a elementi che, secondo gli investigatori, dimostrerebbero l’utilizzo di prestanome per la gestione di parte del patrimonio.
Il sequestro rappresenta un ulteriore tassello nella strategia di contrasto alla criminalità organizzata, mirata a colpire non solo le reti operative ma anche le ricchezze accumulate illecitamente. I provvedimenti sono stati adottati nella fase delle indagini preliminari e sono suscettibili di impugnazione. Fino a sentenza definitiva, gli indagati devono essere considerati innocenti.



