GIOIA TAURO – “Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla”.
Questa frase di Pierre de Coubertin racchiude in pieno lo spirito con cui Don Gaudioso Mercuri, direttore del Centro diocesano di Gioia Tauro, ha voluto creare una squadra di calcio che aiuti i giovani ad affrontare le loro problematiche quotidiane.
Si chiama “ASD Saint Michel”, il suo primo ed ultimo fine è l’evangelizzazione, e dispone di un’equipe di professionisti, tra cui due psicologhe dello sport, tre allenatori, un gruppo di medici, e tanti dirigenti. Tutti uniti per educare un gruppo di giovani al senso di legalità e al rispetto delle regole.
La squadra è già stata iscritta al campionato in terza categoria e a breve sarà ricevuta in udienza da Papa Francesco già a conoscenza del progetto grazie a don Gaudioso che ne ha parlato in diretta mondiale lo scorso anno allo Stadio Olimpico di Roma.
“Ho scelto questo nome perchè San Michele è il potente soldato di Dio che sconfigge il male, lotta per amore di Dio. – ci ha detto lo stesso don Gaudioso – Il progetto tende alla creazione di una cooperativa che dia lavoro ai ragazzi del nostro territorio e che li inserisca nella società, assicurando loro crescita e sostentamento.
Ho scelto di creare la squadra e diventarne il Presidente, – ha aggiunto – perchè credo in un mondo migliore per i giovani, ma sopratutto perchè voglio mettermi accanto a loro, non solo nel campo di gioco, ma nella vita, perchè oggi di parole se ne sentono tante, ma poi ciò che manca è il metterci la faccia, scendere nel campo della vita per educare e sostenere”.
Un ruolo predominante lo avranno anche gli immigrati, così come specificato dal sacerdote. “Sono loro che realmente vivono in condizioni disagiate, ed è giusto sostenerli, – ha proseguito – ma guardare anche ai tanti giovani e padri di famiglia disoccupati del nostro territorio.
È ora di saperci guardare con gli occhi del cuore e scorgere nel nostro vicino di casa, una persona che ha necessità di essere amata, sostenuta, aiutata. Il silenzio di queste persone è un grido di dolore che arriva a Dio”.
In diverse circostanze don Gaudioso si è dimostrato vicino ai giovani e a chi ha più bisogno. Abbracciato da Papa Francesco con il quale ha una particolare connessione, con questa iniziativa ha voluto fare qualcosa di concreto che possa evolversi e diventare costruttivo non solo come percorso di fede, ma anche come percorso di vita, che aiuti i ragazzi nel loro sostentamento quotidiano appigliandosi ai sani valori che lo sport e Dio trasmettono.
Un connubio perfetto che si riflette nel motto scelto per il team: “Unitas Victoria Est”. Don Gaudioso e la sua squadra scendono quindi in campo per la voglia di giocare una partita seria, sentita, trasmettendo i principi legati all’educazione, solidarietà, tolleranza, fede e il fairplay in ambito multiculturale.