«Abbiamo detto qual è il nostro problema politico in maniera pubblica e cioè l’assessore Toscano. Non siamo rappresentati dal suo esecutivo e su questo chiediamo al sindaco cosa intende fare». Sono servite due ore di consiglio comunale per sentire pronunciare in consiglio comunale da Alessandro Cavallaro la domanda sul destino dell’assessore Toscano al sindaco Pedà. Il sindaco ha glissato e Cavallaro insieme a Tomaselli, Raco (le due consigliere avevano già annunciato la loro decisione in due interventi molto decisi) e Guerrisi ha preso le distanze dalla maggioranza. E Gessica Raco nel suo intervento rivolgendosi a Pedà ha detto: «se non ha voglia di amministrare non cerchi capri espiatori tra i consiglieri».
Nelle prime due ore il consiglio comunale si era trasformato in un’aula di tribunale in cui si è celebrato il processo all’assessore Toscano. I sette consiglieri ribelli della maggioranza hanno vestito i panni della pubblica accusa e hanno pronunciato una durissima requisitoria contro l’assessore. Ranieri, Parrello, Cavallaro, Cammareri, Raco, Tomaselli e Guerrisi hanno imputato a Toscano le scelte effettuate dall’amministrazione sulle elezioni della città metropolitana, sulle politiche portuali (contestata soprattutto la proposta della nazionalizzazione dello scalo gioiese) e sui rapporti tra la giunta e il consiglio.
Lo scontro è stato caratterizzato da una serie di accuse personali pesanti e con riferimenti ai botta e risposta pubblicati dalla stampa nell’ultimo mese. «In questa discussione – ha detto Toscano ai sette consiglieri di maggioranza – c’è molta ipocrisia. Sembra che al comune decida tutto io come se il sindaco a sua insaputa mi lasciasse mano libera su tutte le questioni importanti. Abbiate coraggio e siate consequenziali. Avevate detto ‘o noi o Toscano’. Il sindaco non è un pupo, è nel pieno dei suoi poteri e ha dichiarato pubblicamente che chi pensa di dettare le sue scelte personali alla Giunta è fuori dalla maggioranza. La città deve essere governata – ha concluso – e non può permettersi salti nel buio. La maggioranza deve scegliere un perimetro democratico e restare sempre sul piano politico».
Il sindaco nel suo intervento ha scelto un approccio molto conciliante e ha elencato in maniera molto dettagliata il lavoro effettuato dalla sua maggioranza. Pedà ha glissato l’argomento Toscano ma ha ribadito sia la sua fiducia nei confronti della Giunta che la volontà di non dimettersi: «Non me ne andrò – ha detto tra le altre cose – fino a quando non farò la piscina per i ragazzi speciali di Gioia Tauro».
Se i quattro consiglieri confermeranno la loro posizione, Giuseppe Pedà non avrà più la maggioranza in consiglio. A sostenere il sindaco resterebbero infatti solo i consiglieri Ranieri, Cammareri, Guinicelli, Zagarella, Bagalà e Parrello.
Lo sfogo di Anna Tomaselli
Una delle prime a prendere la parola in aula è stata Anna Maria Tomaselli. La consigliera di Forza Italia con la voce visibilmente rotta dall’emozione ha preso pubblicamente le distanze dalla maggioranza consiliare, denunciando di essere stata immediatamente messa ai margini della coalizione guidata da Giuseppe Pedà: «Ho servito questo comune per circa 40 anni, avevo pensato di poter dare un mio fattivo contributo come amministratore. Per tutta risposta sono stata subito messa da parte, emarginata e tacciata di essere una ricattatrice». Tomaselli ha aggiunto: «In questo paese ci conosciamo tutti. La mia famiglia si è sempre distinta per serietà, onestà e rettitudine morale. Non ho mai chiesto nulla per me o per le persone a me vicine. E’ stato mio marito a far trasferire la compagnia dei carabinieri da un immobile della mia famiglia in un altro confiscato alla criminalità organizzata». L’ultimo passaggio è dedicato alla vicenda giudiziaria dell’ex sindaco Dal Torrione: «Voglio ricordare a quanti hanno labile memoria che mio marito è stato riconosciuto innocente per i reati contestati con formula piena».
Le elezioni per il consiglio metropolitano
Nel corso del dibattito Giulio Ranieri ha svelato un retroscena sulla formazione delle liste per le elezioni della Città metropolitana. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha rivelato che una parte della maggioranza aveva proposto di sostenere Rosario Schiavone. «Le divisioni della nostra classe politica – ha detto Ranieri – hanno sempre sfavorito la città. Per questo avevamo detto al sindaco di spingere la nostra coalizione a sostenere Schiavone e in modo da fare il primo passo concreto di coesione sociale in favore di Gioia Tauro». Il retroscena è stato confermato da Schiavone: «Ho incontrato la sera prima della presentazione della lista il sindaco e l’assessore Toscano. Pedà sembrava volesse seguirmi sulla proposta mentre Toscano mi ha detto tre cose diverse nel giro di pochi minuti. Per questo non se ne è fatto nulla». Toscano ha chiuso la questione affermando: «Volevamo fare una lista tematica. La politica si fa sulle idee e non sulle persone. Era impossibile condividere un progetto comune in poche ore».
Il video della prima parte del consiglio comunale
Alcuni video del consiglio comunale