Non si placano le polemiche sull’incarico all’esperto dell’Ambito di Rosarno.
Alcuni sindaci hanno contestato al Capofila l’avviso, sostenendo l’inopportunità della spesa e la mancanza approvazione della programmazione del Fondo povertà.
Ma cosa si nasconde dietro tali polemiche? È quello che si chiedono alcuni gestori dei servizi, che nei giorni scorsi sono stati ricevuti, dapprima, dal sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio e successivamente dal sindaco di Rosarno Pasquale Cutrì, alla presenza degli assessori D’Agostino, Rossi e Lavorato.
I gestori sostengono che le contrapposizioni poste sull’incarico all’esperto, sono controverse considerato che, negli anni precedenti, proprio gli stessi sindaci avevano riconfermato – con analogo avviso e di pari spesa – a figura del rendicontatore retribuito con il Fondo povertà. Tra l’altro, dalle note stampa emerge poca chiarezza, considerato che le competenze nette spettanti sono di € 500,00/gg, fissate da una circolare ministeriale, per un massimo di 10 gg/mese, al lordo delle imposte.
Inoltre si chiedono, come mai, dopo i buoni risultati ottenuti, solo ora, i sindaci pongono questo problema? Perché, a tutt’oggi, le attività sono compiute dagli uffici preposti del Comune di Rosarno, a cui sono stati delegati quasi tutti gli adempimenti.
E cosa sarebbe cambiato rispetto al passato? Perché è certo che anche nel periodo commissariale, anche grazie all’affiancamento dell’esperto e degli altri operatori del Comune capofila, sono stati attivati innumerevoli servizi e che tale figura è stata sempre confermata da tutti i sindaci.
Basti solo pensare che, ad oggi, l’ambito di Rosarno è l’unico, tra i 32, ad avere speso per la frequenza nei servizi per l’infanzia le risorse ministeriali assegnate. Cosi come, integralmente utilizzati, risultano i fondi Pac che hanno consentito l’attivazione di servizi a favore di anziani e minori. Analogamente, sono stati pubblicati dal capofila tutti gli avvisi necessari per attivare le misure di contratto alla povertà, per i quali invece, paradossalmente, qualche sindaco ne chiede, addirittura, l’annullamento rendendo inutilizzabile le risorse e sfavorendo così, proprio, i cittadini più bisognosi.
La rinuncia alla figura dell’esperto congelerebbe, invece, le attività di rendicontazione, essenziali per consentire il pagamento dei crediti dei servizi presenti e futuri, oltre che influenzerebbe negativamente gli altri avvisi, recentemente pubblicati, a partire dall’abbattimento delle rette, tanto atteso dalle famiglie, come negli anni precedenti.,
I gestori dei servizi temono, quindi, che questa querelle, in vero, nasconda altre motivazioni, forse di natura prettamente politica che, di certo, nulla hanno a che fare con i reali bisogni delle fasce più deboli.
«Dalla lettura degli articoli di stampa – confermano i gestori – abbiamo la percezione che alcuni non hanno sufficienti conoscenze delle procedure necessarie per fornire i servizi ai cittadini e garantire la continuità delle risorse e che, molto probabilmente, ignorano i ruoli e le professionalità occorrenti per il pieno utilizzo delle risorse. Abbiamo già vissuto con sofferenza – dichiarano ancora – un precedente periodo nel quale la mancanza di tale figura professionale, prima, e di altri operatori del sociale, dopo, ha innescato il blocco dei pagamenti e la ricezione delle risorse, con gravi ripercussioni per le nostre piccole realtà. È necessario che i sindaci facciano chiarezza, perché fare contrapposizione è facile, poi, però, occorre dimostrare di avere soluzioni per garantire i servizi, altrimenti restano parole al vento come spesso è avvenuto nei territori comunali».
La discussione aperta fa intravedere margini discutibili di libera interpretazione e discrezionalità dell’organizzazione dell’ufficio di Ambito che, aggiungono i gestori, «senza il sostegno di un esperto difficilmente potrà garantire le azioni necessarie per il mantenimento dei servizi attuali e futuri da assicurare a famiglie, minori, anziani e disabili, oltre ad dovere assicurare il pagamento delle somme spettanti per la gestione dei servizi».
«Non è la prima volta che la politica influenza e condiziona negativamente la nostra vita quotidiana, ma siamo intenzionati a non lasciarci influenzare dai facili editti», dichiarano in conclusione i gestori, che rimarranno vigili, in attesa della Conferenza dei Sindaci, perché non sia distrutto, per motivi a loro sconosciuti, quello che invece a tutt’oggi funziona.