GIOIA TAURO – “In una società di familisti amorali nessuno perseguirà l’interesse del gruppo o della comunità a meno che ciò non torni a suo vantaggio personale”.
Sulla base di questo pensiero di Edward Banfield, si è svolto nel tardo pomeriggio di sabato, al Circolo del Tennis Gioia 1974, il convegno “Familismo e interesse generale”.
Dopo i saluti del presidente del circolo Francesco Sofia, la parola è passata a Rocco Sciarrone, docente di Sociologia all’università di Torino.
«Il familismo morale – ha detto Sciarrone – porta a far si che in una comunità si pensi solo agli interessi della famiglia nucleare e non a quelli della collettività. Lo stesso Banfield- ha aggiunto – mette in evidenza le condizioni strutturali di una società contadina in estrema povertà, in cui manca in maniera assoluta l’interesse collettivo. Anche nel Mezzogiorno, così come nella stessa città di Gioia Tauro, spesso a essere carente è proprio l’interesse collettivo».
Una platea attenta, sul prato del circolo a ridosso del campo da tennis, ha poi ascoltato le parole di Fulvio Librandi, docente di antropologia culturale all’Università della Calabria. Librandi si è soffermato sulla struttura delle società contadine e in particolare delle famiglie arcaiche e sul fatto che una simile struttura famigliare possa avere conseguenze sull’interesse collettivo e generale.
Un piccolo momento di convivialità, al termine del convegno, è stato riservato ai presenti che hanno partecipato a una piacevole degustazione di vini.
Angela Angilletta