In vista del convegno previsto martedì prossimo nell’area industriale della Piana di Gioia Tauro, alcune voci dal territorio hanno sollevato perplessità sull’organizzazione dell’evento. In particolare, è stata contestata l’assenza di rappresentanti istituzionali di un importante Comune della Piana, a fronte della partecipazione prevista dei sindaci di altri enti locali.
Le osservazioni più critiche hanno messo in discussione anche il senso stesso dell’iniziativa, definita come una kermesse concentrata su “pillole di scienza”, priva del coinvolgimento pieno delle istituzioni e lontana dalle urgenze del territorio, come la crisi del retroporto, la gestione della diga del Metramo e il commissariamento del Consorzio CORAP.
Contattato telefonicamente, l’imprenditore Nino De Masi ha voluto chiarire motivazioni e spirito dell’iniziativa, esprimendo profonda amarezza per le polemiche sollevate:
“Fatemela pagare, questa è la cultura. Questo è l’arrogante messaggio. Complimenti.”
Ha precisato con forza:
“Non sto promuovendo i miei prodotti, né vendendo mercanzia. L’unico obiettivo di questo evento è quello di svegliare le coscienze dei calabresi, raccontando storie vere di chi ha saputo resistere, innovare, creare. Vogliamo far capire che essere protagonisti è possibile.”
Secondo De Masi, questo tipo di iniziativa rappresenta una risposta concreta a un vuoto lasciato dalle istituzioni:
“Non ho ruoli pubblici, né rappresentanze di categoria. Sono semplicemente un cittadino che ogni giorno combatte contro il degrado culturale e l’arretratezza, cercando di costruire qualcosa. Se sbaglio, lo faccio in buona fede.”
E aggiunge, con tono fermo:
“La politica rifletta sui propri fallimenti, prima di giudicare chi agisce in prima persona. Io, con i miei limiti, cerco almeno di fare.”
Ha poi spiegato che il saluto istituzionale è stato previsto solo per i sindaci dei Comuni dove operano le aziende coinvolte nel convegno.
Infine, De Masi ha voluto rivolgersi direttamente alla comunità rosarnese, dopo aver percepito un sentimento di delusione:
“Sono mortificato se Rosarno ha ritenuto il mio comportamento offensivo. Non era mia intenzione. Penso però che la vera amarezza dei cittadini sia causata più dalle azioni di certi “politicanti” che hanno compromesso lo sviluppo della città, che non da un convegno organizzato in buona fede. Si pensi piuttosto agli interessi reali della collettività.”
Un messaggio che, al di là delle polemiche, punta a ricostruire un dialogo, partendo da un’idea chiara: cambiare è possibile, ma serve coraggio, visione e senso civico.