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Rosarno: In viaggio tra i disagi della stazione

ROSARNO – Basta accedere ad internet per capire quale importanza ricopra, all’interno del circuito ferroviario regionale, la stazione di Rosarno. «Gestita da RFI, risulta essere classificata all’interno della categoria Silver (impianti medio-piccoli che attuano anche servizi di media percorrenza, frequentazione media per servizi metropolitani, regionali e di lunga percorrenza). Lo scalo è capolinea del servizio ferroviario suburbano Trebus ed è tra i più importanti della Calabria per flusso di passeggeri (punto di riferimento principale per tutti gli utenti provenienti dalla fascia ionica e dal vibonese)».

Fin qui nulla da eccepire, non fosse per il fatto che, spesso e volentieri, a causa degli scarsi servizi offerti, essa venga snobbata, dai cittadini dei comuni dell’alta piana, che preferiscono ripiegare (allungando il tragitto da percorrere) su Gioia Tauro.

Ascensori in costruzione

La stazione, che è stata «interamente ricostruita ed ampliata all’inizio degli anni ’70, in seguito alla costruzione del raddoppio della Tirrenica, nel tratto Eccellente-Rosarno, ed è divenuta stazione di diramazione in quanto il vecchio tracciato costiero ha continuato a servire località importanti quali Tropea, Pizzo e Vibo Valentia», dovrebbe essere persino la porta d’entrata ferroviaria per il Porto Internazionale di Gioia Tauro.

In realtà i disservizi, nonostante gli ultimi lavori di ristrutturazione avviati, sono all’ordine del giorno: oltre ai disabili, che sono “tagliati fuori” per via delle barriere architettoniche che ne limitano il regolare passaggio (i lavori per la costruzione degli ascensori sembrano volersi protrarre a vita), ed alla mancanza di una postazione fissa della Polfer, a rincarare la dose di lamentele ci pensano i pendolari, costretti a sopportare una cattiva gestione dell’impianto che penalizza l’intera città: «pur essendoci una biglietteria funzionante – spiega Irma, pendolare di San Ferdinando – non si riesce mai a fare un biglietto in tempo, né rivolgendosi all’apposito sportello né ricorrendo al bar della stazione, sarebbe quantomeno opportuno collocare delle biglietterie self-service che funzionino 24/24h».

L'unica pensilina tra i binari

«È inaudito – continua Antonio, studente polistenese – che ancora nessuno abbia pensato ad ampliare le pensiline sui marciapiedi tra i binari, ogni inverno siamo costretti ad aspettare sotto l’acqua che arrivino i treni, senza neppure la possibilità di poterci sedere, visto che le panchine sono un optional non contemplato nella mente di chi ha progettato i lavori».

Sarebbe insomma opportuno iniziare ad ascoltare le istanze dei giovani pendolari che usufruiscono dell’importante scalo pianigiano, onde evitare di assistere ad un graduale abbandono dello stesso, con rispettivo depotenziamento della struttura e dei servizi offerti.

Francesco Comandè

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