
È terminato con una condanna a 5 anni e 2 mesi il processo di primo grado a carico dell’avvocato palmese Domenico Scalfari, accusato dalla Procura di Palmi dei reati di peculato e falso aggravato e continuato.
La somma sottratta sarebbe di circa un milione di euro che Scalfari avrebbe distratto nel corso degli undici anni – dal 1998 al 2009 – in cui è stato custode di un immobile sottoposto a pignoramento da un istituto di credito.
La vicenda che vede coinvolto il legale palmese è quella del Centro Studi, struttura rilevata nel 1991 dalla Cbbf a seguito di pignoramento, di cui Scalfari era stato nominato custode.
Nel 1992 il Centro Studi era stato dato in affitto all’Asl di Palmi che corrispondeva un ingente canone gestito da Scalfari (in quanto custode) per pagare i creditori.
Secondo il pm titolare dell’inchiesta, Rocco Cosentino, l’avvocato palmese si sarebbe appropriato del denaro che mensilmente l’Asl versava, falsificando o alterando la rendicontazione nel corso degli anni.
Scalfari, inoltre, non avrebbe versato l’Iva a partire dal 1998, da quando, cioè, si è insediato in qualità di custode.
La sentenza è stata emessa nella giornata di ieri dal collegio presieduto dal giudice Gianfranco Grillone, il quale ha accolto le tesi dell’accusa, condannando Scalfari a 5 anni e 2 mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici, confisca del profitto del reato (equivalente a 288 mila euro, la rimanente somma è prescritta), ed il risarcimento nei confronti delle parti civili Mariangela Creazzo e la Cbbf srl.