PALMI – Ad una settimana dallo sciopero dei sette dipendenti del supermercato Crai, che hanno rotto il muro del silenzio manifestando pubblicamente il disagio vissuto all’interno del luogo di lavoro, la Cgil di Gioia Tauro, attraverso una nota stampa, fa sapere che lo stesso giorno dello sciopero, proprio mentre i sette dipendenti rivendicavano i propri diritti, i proprietari del market avrebbero inviato due provvedimenti disciplinari nei confronti di due lavoratori.
Uno di loro sarebbe stato infatti licenziato mentre l’altro avrebbe subito la sospensione della retribuzione.
I sindacalisti che da subito si sono schierati al fianco dei lavoratori, si chiedono dunque se ci potrà mai essere un dialogo con la direzione del supermercato.
«Il dialogo si deve costruire con delle azioni volte a migliorare prima di tutto le condizioni del lavoro ed il rispetto dei diritti – scrivono in un comunicato stampa – Oggi non è così nel centro commerciale di Palmi, dove un datore di lavoro pensa di poter essere il padre padrone come nella famiglia patriarcale ed impartisce gli ordini senza curarsi dello stato di salute delle cose e delle persone. Non è accettabile che nel 2011, chi lavora venga ancora costretto a lavorare pesantemente, sotto il ricatto continuo del licenziamento e senza veder riconosciuti i più elementari diritti».
La Cgil fa inoltre sapere che il sostegno ai lavoratori in sciopero è incondizionato e proseguirà fino alla risoluzione della questione. Invita inoltre l’azienda a revocare il licenziamento ed avere un comportamento dignitoso verso questi lavoratori che giornalmente cercano di portare avanti la propria famiglia.
«Chiediamo pertanto il rispetto dei contratti e comunichiamo che attueremo altre forme di lotta e di protesta al fine di migliorare il lavoro all’interno del centro commerciale e al fine di tutelare i lavoratori – prosegue la Cgil – Inoltre abbiamo già provveduto ad aprire le azioni legali, per il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori interessati e per una condotta antisindacale dell’azienda che limita fortemente le libertà personali».
L’appello finale è alle forze politiche della città, affinché condividano la battaglia dei lavoratori, contribuendo a spezzare la catena di omertà che vige negli ambienti di lavoro, dove i lavoratori sono sfruttati e sottopagati.
Viviana Minasi