«Non è necessario che due persone parlino la stessa lingua per comprendere che una vuole aiutare l’altra. l’importante è aprire occhi e cuore, come abbiamo fatto Enzo ed io».
E’ Mosa Kalil a dire queste bellissime parole nel corso della conferenza stampa a palazzo San Nicola, voluta dal sindaco Giuseppe Ranuccio per accogliere Mosa, cittadino siriano e profugo insieme alla famiglia, il primo cittadino di Montlieu-la-Garde, Nicolas Morassutti e Marie Boultez, coloro che hanno aiutato Mosa e la sua famiglia, fuggiti dalla Siria a causa della guerra.
Sono a Palmi, Mosa, Nicolas e Marie, per raccontare le loro esperienze e denunciare quanto accade in Siria, ma anche per testimoniare che l’accoglienza dei profughi non è utopia ma qualcosa di realmente fattibile.
«Il senso di questa conferenza stampa è di accogliere Nicolas Morassutti, Marie e Mosa, il protagonista della storia narrata da Enzo Infantino che ormai tutti abbiamo conosciuto – ha detto il sindaco Giuseppe Ranuccio – Enzo con la sua sensibilità si è speso in questa che è un’operazione solo minimamente letteraria e di cronaca, perché nei fatti si tratta di un’operazione di denuncia e di sensibilizzazione verso il problema dell’accoglienza dei migranti».
Enzo Infantino ha quindi raccontato la storia di Mosa, fuggito dalla Siria in piena guerra, trasferitosi in Turchia e successivamente giunto in Grecia, a Idomeni prima e Salonicco successivamente.
«Ho conosciuto Mosa nell’inferno di Idomeni, dove aiutava non solo la sua famiglia ma anche le altre famiglie e tutte le persone che si trovavano lì. Ha cambiato la mia prospettiva di impegno per i rifugiati. Mosa vive oggi in Francia, grazie all’impegno del sindaco di Montlieu-la-Garde e di Marie, che si è spesa per far avere i documenti necessari affinché fosse riconosciuto lo status di rifugiato, ma in Siria ad Afrin è presente una parte della famiglia di Mosa, e Mosa sogna di poterla riabbracciare presto».
Nicolas Morassutti, sindaco di Montlieu-la-Garde, città in cui oggi Mosa vive e lavora come falegname in una fabbrica di botti per cognac, ha illustrato il sistema di accoglienza dei profughi in Francia.
«In Francia è il Governo a a chiederci di ospitare i migranti, ai sindaci non è permesso rifiutare la richiesta del Governo – ha spiegato – Ci viene chiesto di accoglierli ed aiutarli nella vita di tutti i giorni, insegnando loro il francese, spiegando dove si trovano i servizi essenziali in città. Quando il governo mi ha chiesto se fosse stato un problema per me ospitare dei rifugiati, io ho detto di no. Credo sia importante che tutto ciò si sappia, e ritengo sia superfluo stare a discutere del fatto che i rifugiati sono buoni, cattivi. Non è questo il problema. Il problema è che non è giusto non accogliere ed ospitare persone che hanno bisogno di aiuto. Viviamo in Paesi sicuri, abbiamo soldi anche se non molti, ma abbiamo la possibilità di ricevere persone. È questo ciò che facciamo a Montlieu con chiunque arrivi. Sono sicuro del fatto che Mosa sia arrivato per aiutare la nostra comunità e noi vogliamo rendere migliore la sua vita».
Mosa ha concluso la conferenza stampa ringraziando il sindaco per l’ospitalità e lasciandosi andare in uno sfogo contro l’Europa che chiude le frontiere ai rifugiati ma non si fa alcuno scrupolo se poi tra uno stato e l’altro circolano terroristi dell’Isis.
«L’Europa vuole chiudere le frontiere ai rifugiati ma le tiene aperte all’Isis, dà soldi alla Turchia per aiutare i rifugiati ma sappiamo tutti che la Turchia non aiuta i rifugiati. Che fine hanno fatto quei soldi? E perché c’è una parte di Europa che sostiene l’esercito libero siriano? Non ritengo che tutto ciò sia giusto».