PALMI – Dopo circa sette ore di camera di consiglio la corte d’Assise del Tribunale di Palmi ieri sera ha condannato all’ergastolo Marcello Giacobbe e Giovanni Polimeni e a 22 anni di reclusione Biagio Giacobbe, nell’ambito del processo per l’omicidio di Arcangelo Pelaia, avvenuto in pieno centro a Gioia Tauro il 29 giugno del 2013.
La corte presieduta dal giudice Silvia Capone ha sostanzialmente confermato la tesi del sostituto procuratore Enzo Bucarelli che, durante la requisitoria, aveva richiesto l’ergastolo per i tre imputati. Infatti solo a Biagio Giacobbe sono state concesse le attenuanti generiche.
Per lo stesso omicidio nel febbraio del 2015 sono stati condannati all’ergastolo anche Placido, detto “Jerry” Giacobbe e Alessandro Giacobbe.
Giovanni Polimeni è stato condannato perché considerato l’esecutore materiale mentre i due fratelli Biagio e Marcello Giacobbe, sono stati ritenuti ideatori, registi, mandanti ed agevolatori dell’azione criminale.
La tesi dell’accusa è stata fortificata dai filmati, estrapolati dai sistemi di video sorveglianza, che il giorno dell’omicidio hanno ripreso i movimenti di alcune auto, con a bordo i Giacobbe, che facevano la spola da casa della vittima sin dalle prime ore del pomeriggio. Sapevano, infatti i basisti, che Pelaia quel pomeriggio sarebbe andato a far visita ai familiari di un conoscente deceduto, ma non conoscevano l’orario in cui si sarebbe mosso, e per questo avrebbero fatto avanti e indietro per dare l’ok al sicario.
Il 29 giugno del 2013 Pelaia è stata raggiunto da 9 colpi d’arma da fuoco mentre era a bordo della sua autovettura, con l’auto degli assassini che ha speronato l’utilitaria della vittima sparando in corsa.
Il movente, che ha portato alla morte di Pelaia, sarebbe la vendetta della famiglia Giacobbe in risposta al duplice omicidio avvenuto il primo luglio 2005, quando morirono Saverio e Leonardo Giacobbe, delitto per il quale il fratello di Arcangelo, Giuseppe Pelaia, sta scontando una pena definitiva nel carcere di Saluzzo in provincia di Cuneo.