I 467 esuberi dichiarati da Mct, nelle scorse settimane, sono solo la punta dell’iceberg, di un mondo, quello dell’occupazione della piana, che vive un momento drammatico con numeri che non lasciano dubbi, e fanno capire meglio cosa volessero dire i primi cittadini pianigiani, il 30 giugno scorso, quando paragonarono la Piana a «una bomba pronta a esplodere».
La miccia non è stata accesa ma di scintille ce ne sono già tante. Basta analizzare i dati che arrivano dalle aziende che operano nel settore portuale che, già oggi (senza contare quindi la diminuzione di lavoro derivante dall’abbandono di Maersk), hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
Sono duecento i dipendenti delle ditte di rizzaggio in cassa integrazione e 17 quelli della agenzie marittime.
Non sono certamente incoraggianti neanche i dati provenienti dal settore dei metalmeccanici con una decina di aziende che affrontano un momento di crisi e hanno grossi problemi a proseguire nell’attività. Ci sono quasi 200 lavoratori in mobilità, più di 100 persone in cassa integrazione e altre 15 unità dichiarate dalle varie aziende in esubero.
La musica non cambia neanche se si analizzano i numeri inerenti il settore edilizio dove molta della forza lavoro è impiegata nei cantieri della Salerno – Reggio Calabria. I 90 lavoratori della Pivato hanno fatto richiesta per ottenere la mobilità ma al momento non usufruiscono di nessun ammortizzatore. Dei 228 operai del Consorzio Scilla la metà è in cassa integrazione e l’altra metà in mobilità. Altri 100 lavoratori in mobilità provengono dagli altri cantieri chiusi. Sempre nel settore dell’edilizia ci sono altri cento lavoratori di piccole aziende che hanno perso il lavoro.
Le aziende pianigiane che operano nel commercio contano attualmente circa 220 unità in cassa integrazione.
Ci sono poi da aggiungere i 20 lavoratori della Fondazione “Opera San Francesco d’Assisi” di Rizziconi in mobilità e i 200 dipendenti delle aziende che si occupano della pulizia delle scuole in cassa integrazione dai primi giorni di luglio.
La situazione sembra destinata a peggiorare: Pianambiente, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti ha annunciato di voler mandare in cassa integrazione i suoi 118 dipendenti. E’ appena aperta iniziata la vertenza inerente la chiusura delle linee Taurensi e sono molte le aziende che operano al Porto che hanno annunciato tagli di personale, senza però aver ancora avviato l’iter burocratico.
Considerato che la maggior parte delle famiglie della piana conta su un un solo reddito, e che sono moltissimi i disoccupati e i giovani che non riescono a entrare nel mondo del lavoro, l’impatto di questi dati è davvero rilevante.
Sulla questione abbiamo sentito il segretario Cgil della Piana, Nino Calogero (guarda l’intervista), secondo cui per rilanciare il territorio «è necessario fare fronte comune, con tutte le parti in causa in modo da poter dare risposte incisive».