Annullata dalla VI Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione l’ordinanza del Tribunale della libertà di Reggio Calabria che il 20 dicembre dello scorso anno aveva confermato l’ordinanza del GIP DDA di Reggio Calabria, dott. Foti, di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Emanuele Copelli, 42 anni, di Gioia Tauro, con l’accusa di tentativo di importazione di un rilevante carico di stupefacenti dal Costarica, aggravato anche dall’agevolazione di una temibile cosca mafiosa.
In accoglimento del ricorso e della successiva memoria difensiva trasmessa, con le modalità dettate in tempi di pandemia, dal difensore, avv. Domenico Alvaro, la Corte di Cassazione discostandosi dalla richiesta del Procuratore Generale, che aveva chiesto la conferma della decisione del TdL reggino, ha invece annullato tale declaratoria ritenendo non adeguatamente motivata la valutazione del grave quadro indiziario prospettato nei confronti del Copelli sia dal GIP che dal TdL di Reggio Calabria. Gli atti sono stati pertanto trasmessi al Tribunale della libertà che dovrà riesaminarli alla luce dei principi di diritto affermati dalla Corte di legittimità e valutate le deduzioni dei suoi difensori, avvocati Domenico Alvaro ed Antonio Lupini.
Emanuele Copelli era stato coinvolto nella vasta operazione denominata “Magma” a causa di una videoregistrazione che lo aveva ripreso in un bar della Stazione ferroviaria di Rosarno in compagnia di due presunti sodali anch’essi tratti in arresto per il tentativo di importazione dello stupefacente dal Costarica, poi non andato a buon fine per difficolta sopravvenute. Le videoriprese e qualche altra intercettazione ritenuta coinvolgente il Copelli, ma di debole spessore accusatorio, avevano indotto il GIP ad applicare l’ordine di custodia in carcere, che dovrà essere a breve riesaminato con i criteri di giudizio indicati dalla Suprema Corte.