La sincerità di un uomo le cui mani generose hanno creato un oggetto unico, che interpreta palmesità, spiritualità e una tradizione volta al futuro. La prima Varia di Palmi organizzata dalla Fondazione sarà ricordata anche per la creazione della Tiara delle Animelle, che il Maestro Orafo Gerardo Sacco ha voluto donare alla Città di Palmi.
La cerimonia di consegna della tiara si è svolta nei giorni scorsi a palazzo San Nicola alla presenza di un nutrito numero di pubblico e di alcuni membri della Fondazione.
Sugli scranni laterali del consiglio comunale, i padreterni e le animelle del passato: la più anziana, Concetta Cilona (1957) e l’animella in carica, Maria Pia Caminiti (2019).
«Insieme al presidente della Fondazione Varia di Palmi e al maestro Sacco abbiamo pensato che sarebbe stato interessante realizzare un oggetto che fosse legato alla festa della Varia e così abbiamo contattato il maestro Sacco che si è messo all’opera per donarla alla città. La sua è una presenza che ci rende felicissimi – ha detto la vicepresidente della Fondazione Varia, Mimma Sprizzi – Lavorare con entusiasmo a questa festa per noi significa davvero sostenere la nostra città e la nostra regione».
Un impegno apprezzato dal sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio, che ha detto: «Il merito è di chi ognuno, nel proprio campo, si sta impegnando. Dietro a ogni concerto e a ogni evento c’è un amministratore, membro della sicurezza che si sta impegnando che consente di fare venire gente da ogni parte della Calabria in totale sicurezza e c’è da esserne orgogliosi. Oggi celebriamo una giornata importante che sintetizza bene il percorso che abbiamo fatto dal momento in cui è nata la Fondazione Varia, volta a correggere alcune lacune e a mostrare occasioni di crescita dell’intera città».
Il presidente del Consiglio Comunale, Francesco Cardone ha voluto ringraziare Don Silvio Mesiti, presente in sala, perché da ex presidente dell’Associazione ‘Mbuttaturi ha vissuto momenti di devozione straordinari; ha ringraziato poi il sindaco «per aver dato a questa città non solo un presente ma anche un futuro», Gerardo Sacco, definito «palmese d’adozione» e Daniele La Face.
«La sostenibilità della Varia è rappresentata anche dall’oggetto: ci piacerebbe, al termine della manifestazione, lavorare anche ad un museo. Il lavoro che i ragazzi stanno facendo, è un lavoro di bellezza e di tradizione. Fra pochi giorni ci sarà la calata dello Cippu, vi chiedo di essere tutti presenti, stiamo cercando di far partecipare anche persone che non sono di Palmi», ha dichiarato La Face.
Varia dell’Anno Zero che però pianta ben salde le sue radici, oltre che religiose, anche storiche: è stato infatti sottolineato il ruolo nobile della famiglia Tigano, che è legato anche alla figura del Sacro Capello, oltre che a quello dell’Animella, presenti i discendenti di patron Peppe Tigano, che nel 1582 portò a Palmi col suo vascello e una flotta di barche, il capello della Vergine.
Don Silvio Mesiti, voluto fortemente come membro del direttivo della Fondazione, ha voluto a tal proposito sottolineare l’aspetto religioso della festa.
«La caratteristica fondamentale della festa della Madonna della Lettera e della Varia, è il coinvolgimento totale della popolazione, non solo nella fase finale, ma anche nella preparazione, soprattutto con le novità apportate – ha detto don Silvio – Questo grande spettacolo merita di essere approfondito in tutti gli aspetti, tra cui quello psicologico e della fede, della gente presente lungo il percorso. Nel giorno in cui Palmi celebra la sua Patrona, i palmesi sono tutti d’accordo, sia pure per motivazioni diverse. Questa festa accende la grande speranza di recuperare valori come solidarietà, amore e collaborazione».
Anche la Tiara delle Animelle – che potrà essere ammirata presso la gioielleria Camera e Montebianco – sembra avere messo d’accordo la sala gremita di gente: la coroncina è un capolavoro estetico, con la raffigurazione delle palme a rappresentare la città, dalle pietre in agata coi colori delle corporazioni. Un ulteriore tocco di preziosità è dato dalla A in brillanti, a simboleggiare l’assunzione, e dalla M in zaffiri blu.
«Mi sono basato alle origini di Palmi, al martirio di Cristo, alla Vergine di Capocolonna – ha affermato il maestro Sacco – Chi mi conosce sa che parlo col cuore e che ci tenevo tantissimo a realizzare questo gioiello e a presentarlo alla città. Mi sono ispirato al territorio, alla tradizione, alla fede. San Francesco diceva che colui che lavora con le mani è un artigiano; chi lavora con le mani e con la testa è un creativo, chi lavora con le mani, con la testa e con il cuore, è un artista. Io sono un artista, ma ci ho messo tanto cuore».