GIOIA TAURO – Ieri c’è stato un nuovo esame autoptico sul corpo di Fabrizio Pioli, eseguito dal medico legale nominato dalla Procura, il dottore Dimizio.
Sono pochi i particolari trapelati al termine della lunga giornata di analisi sul cadavere dell’elettrauto gioiese, anche perché, stando a quel poco che si è appreso, quello di ieri non era l’ultimo esame programmato dal professore Dimizio.
L’attenzione si è concentrata sulle molteplici fratture rinvenute sul cranio di Pioli, che avallerebbero l’ipotesi che ad ucciderlo sia stato un oggetto che più volte lo ha colpito in quel punto, come lo stesso Antonio Napoli, presunto assassino, ha dichiarato quando si è consegnato ai militari, il primo marzo scorso. Sul corpo non è stato rinvenuto alcun segno causato da arma da fuoco, e stando a questo particolare si potrebbe affermare che Fabrizio non sia stato sparato.
All’analisi del cadavere farà seguito la comparazione del Dna rinvenuto sul corpo con quello di oggetti posseduti a Fabrizio quando era in vita: è solo così che il medi legale potrà avere la certezza che quel cadavere rinvenuto sia proprio di Fabrizio Pioli.
Con le accuse di concorso in omicidio ed occultamento del cadavere di Fabrizio Pioli sono finiti sotto processo Domenico Napoli, la mamma Rosina ed il cugino Francesco, tutti membri della famiglia di Simona, la giovane amante di Melicucco di cui Fabrizio si era innamorata. Il processo a loro carico è iniziato il 14 marzo e riprenderà a maggio.
Mancava all’appello Antonio Napoli, padre di Simona, latitante dal 23 febbraio del 2012, giorno della scomparsa di Pioli, per gli inquirenti l’autore materiale dell’omicidio.
Dopo poco più di un anno di latitanza, l’uomo si è presentato spontaneamente ai carabinieri il primo marzo scorso, indicando agli inquirenti anche il luogo in cui si trovava nascosto il cadavere di Pioli, in aperta campagna fra Rosarno e Melicucco, non distante dal luogo in cui è stata ritrovata carbonizzata la Mini Cooper del giovane elettrauto.