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“Edward Lear e la Calabria del XIX secolo: il nostro passato raccontato da un artista britannico” Intervista a Giuseppe Cricrì

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Giuseppe, come nasce l’interesse per l’opera di Edward Lear in Calabria?

È affascinante pensare come la memoria storica possa riaffiorare non solo nei libri, ma anche attraverso le immagini. L’interesse nasce proprio da lì: dall’incontro fra arte e tempo. Lear non fu solo un pittore e scrittore britannico dell’Ottocento, ma anche un eccezionale osservatore del Sud Italia, e della Calabria in particolare. I suoi disegni sembrano fotografie ante litteram, capaci di cogliere l’anima di un paesaggio, il volto di una città, l’essenza delle persone.

Cosa rende i suoi lavori così importanti per la nostra regione?

Lear ha raccontato la Calabria del suo tempo attraverso parole e illustrazioni, raccolte nei suoi Diari di viaggio in Calabria e nel Regno di Napoli. Quello che colpisce è quanto queste immagini — alcune delle quali poi ritrovate nel 2021 grazie al prof. Raffaele Gaetano — restituiscano un’identità profonda di luoghi che il tempo e la modernizzazione hanno trasformato. È come se Lear avesse voluto trattenere un frammento di bellezza prima che svanisse.

Com’è avvenuto il recupero di questi disegni inediti?

È merito di un paziente lavoro archivistico del professor Gaetano, che ha scoperto 109 disegni inediti alla Liverpool Central Library, opere fino ad allora rimaste a noi sconosciute in quanto non stampate nei testi. Quando il professore ha chiesto il permesso di utilizzarli per un volume divulgativo, l’unica condizione posta dalla biblioteca è stata quella di riceverne una copia. Un gesto significativo, che sottolinea il valore culturale dell’operazione.

Cosa ci aspetta all’incontro del 22 giugno a Palmi?

Sarà una serata speciale. Insieme a Eugenio Crea accompagnerò il professor Gaetano in un dialogo aperto con il pubblico, per esplorare il suo affascinante percorso di ricerca. Ci ritroveremo alle 18:30 nella suggestiva cornice della Villa comunale “Mazzini”, proprio di fronte alle statue di due giganti della cultura palmese: Leonida Repaci e Francesco Cilea. Un luogo simbolico che amplifica il senso di memoria e identità della serata.

Cosa ci lascia oggi l’opera di Lear?

Ci lascia una Calabria “sublime”, vista con occhi stranieri ma narrata con un rispetto profondo. Ci restituisce emozioni e scorci che la fotografia non ha potuto registrare. Con i volumi pubblicati da Laruffa — Per la Calabria selvaggia, Giornale di viaggio a piedi in Calabria e In viaggio con Edward Lear — possiamo ritrovare quella meraviglia e magari scoprire un po’ anche di noi stessi.

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