Gli interventi della rubrica “Altalenando” sono curati dall’Adic, l’associazione donne insegnanti calabresi:
Avendo tra le mani il libro “Sapori e memorie” di Pina Sofia, una delle socie fondatrici dell’Adic, mi è piaciuto commentarlo.
Nel volume ci sono racconti saporiti e intensi dove le frasi sono fluide e suscitatrici di curiosità: non vedi l’ora di completare la lettura e scopri con stupore un verbo significativo che racchiude tutta la pagina.
Nel primo racconto, per esempio, la parola” pianse” è riferita al nonno che osserva la distruzione della sua casa dalle mareggiate e, seduto sulla roccia, si abbandona allo sconforto. Nel “pianse” c’è l’immagine viva, scultorea del nonno, così i sentimenti si fissano nella descrizione ” scolpita” del nonno sofferente.
È un vedere con gli occhi, un sentire col cuore quanto è avvenuto nella vita del nonno in quel preciso momento. Siamo anche noi lettori sulla roccia a Favazzina.
Così è per altri racconti.
Il libro è una storia di Calabria, di riti e costumi da tramandare ai posteri, per il valore che portano con sé. È la storia di una Calabria depauperata del profumo dei limoni di Favazzina, delle semplici merende consumate andando…” a maistra” dove si imparava il ricamo e si gustava l’orzata casareccia.
È la storia dei gusti di Calabria quando con semplici ingredienti cucinati a dovere e con amore il piatto riempiva lo stomaco e il cuore e saziava col dialogo all’ora di pranzo alla presenza dei nonni.
È una storia di immagini, suoni, atti antichi e ripetuti come quelli del pescatore di tonni, è la storia di fatiche come quella delle famiglie intente a fare le conserve di pomodori per l’inverno, è la storia di fame e lotta per superarla, storia di espedienti culinari dove la struncatura, inizialmente legata all’alimentazione dei cavalli, è diventata col tempo simbolo di tutto il territorio.
È storia di un popolo che si raccoglie intorno al fuoco nella piazza del paese e consumando le zeppole godeva del senso di comunità..
Si, a prima vista, il libro di Pina Sofia potrebbe sembrare un libro di ricette, di esperienze vissute alla tavola dei nonni. Non è certamente un elenco di cibi e modi per cucinarli. È, in verità, una cornice fatta di ricette saporite con dentro racconti di vita di una bimba diventata adulta e che, nel raccontare, tiene a galla un passato quasi del tutto perduto e lo affida ai figli, ai nipoti e ai lettori, simbolo degli uomini di domani perché ne traggano insegnamenti e li tengano in vita.
Tutto questo mi dice il libro di Pina Sofia, e tanto altro ancora troverò rileggendolo sotto l’ombrellone quest’estate…A dopo.
Grazie Pina per avermi regalato il libro “Sapori e memorie” che mi ha ricordato i miei studi universitari di Storia delle Tradizioni Popolari di cui ho preparato la tesi per la laurea. Grazie per avermi ricordato la mia passione…etnologica.
L.F.