Sentiamo spesso l’espressione “a occhio e croce”, utilizzata per indicare ciò che è
approssimativo, forse non perfetto, ma non troppo lontano dalla realtà. Si legge sul sito
www.trepassiperfirenze.com che deriva dall’antico “linguaggio delle tessitrici dell’Arte
della Seta di Firenze”, che per rappezzare il filo rotto, “lo ripassavano più volte ad occhio e
poi lo disponevano su due verghe trasversalmente, quindi a croce”.
Mi è piaciuta subito quest’espressione, suggestiva e calzante per una rubrica a cui pensavo
da un po’: un topos virtuale in cui condividere considerazioni personali, sulla spinta di fatti
di attualità o di grandi eventi, ma anche di piccole avventure quotidiane, locali o nazionali,
su cui valesse la pena soffermarsi a riflettere, con la perizia che consente di “prendere le
misure” senza commettere errori, in modo veloce come sui social, ma con la “serietà” di cui
è garanzia una testata giornalistica.
A occhio e croce, appunto, per fare un rattoppo là dove la trama si è allentata.
Non so dire, adesso, quale sarà il percorso di questo spazio, per la cui concessione ringrazio
l’editore: molto dipenderà dagli eventi che si presenteranno e dall’attenzione che essi
susciteranno.
Spero solo che, una volta avviato, questo appuntamento possa mantenersi costante,
divenendo un momento atteso anche per il paziente lettore.
