Torna la Domenica di Carta, l’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura per valorizzare l’immenso e prezioso patrimonio archivistico e librario custodito nelle Biblioteche e negli Archivi dello Stato.
L’Archivio di Stato di Reggio Calabria partecipa con due eventi:
- presso l’ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO CALABRIA: la mostra documentaria “PEL RICOVERO DEI FOLLI’’ L’ospedale psichiatrico provinciale di Reggio Calabria: dal progetto Negro alla Seconda guerra mondiale. Nascita ed evoluzione di un progetto di istituzione manicomale;
- – presso la SEZIONE DI ARCHIVIO DI STATO DI PALMI: la mostra documentaria integrata “TRAPPETI in mostra’’ con la mostra fotografica “I trappeti raccontano’’ viaggio tra le antiche strutture olearie della Piana di Gioia.
Nella mostra documentaria “PEL RICOVERO DEI FOLLI’’ L’ospedale psichiatrico provinciale di Reggio Calabria: dal progetto Negro alla Seconda guerra mondiale. Nascita ed evoluzione di un progetto di istituzione manicomale – verranno esposte le carte relative all’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Reggio Calabria in un percorso che va dalla progettazione ideata da Vincenzo Negro alla sua realizzazione con le integrazioni imposte dalle esigenze economiche ed ispirate dai nuovi paradigmi della psichiatria italiana.
I documenti e le immagini messe in mostra sono relative alle strutture ed agli arredamenti degli interni, pensati per rispondere alle esigenze peculiari dei pazienti psichiatrici.
Saranno presenti il Direttore dell’Archivio dott.ssa Maria Mallemace, la dott.ssa Carmela Minarda, la dott.ssa Cristina Brandolino.
Nell’ambito dell’iniziativa “’Domenica di carta’’ nella quale si espone il patrimonio documentario dell’archivio e nell’ottica che l’integrazione delle tecnologie digitali, se ben pensata e realizzata, garantisce la piena fruibilità della documentazione, proponiamo la digitalizzazione del progetto Negro, per consentire agli utenti di visionarlo in ogni sua parte.
La mostra documentaria integrata “TRAPPETI in mostra’’ racconta che, tra la fine del 700 e per buona parte del XIX secolo, nella Piana di Gioia Tauro, a seguito di quella che Augusto Placanica definì ‘’una furiosa conversione delle terre arborate’’, molti erano trappeti disseminati nel territorio, sia nei diversi rioni dei nuclei urbani e sia nelle fertili contrade. Dai documenti archivistici si intuisce che vi erano numerosi lavoratori, residenti e non, che “s’obligarono e promisero” di “servire da Trappitare’’ da “Caricatore”, da “pinace’’, da “Paliere” e da “uomo a bresta”, e a “ fare tutti li servizij necessarij’’.
In seguito al terremoto del 1783 che distrusse gran parte del patrimonio edilizio della Piana tra cui moltissimi trappeti, l’immediata contingenza di dover adeguare o costruire gli edifici danneggiati offri anche l’occasione per aggiornare i fabbricati e i macchinari rendendoli funzionali ai nuovi sistemi produttivi e di introdurre il trappeto “alla genovese”. Alla fine del XIX secolo la volontà di migliorare la qualità dell’olio di Calabria e di tutelarne la produzione, con lo scopo di commercializzare un prodotto sempre migliore, viene testimoniata dal fatto che già nel lontano 1888 con Regio Decreto venne istituito in Palmi ”un frantoio sperimentale per il miglioramento dell’ olio di oliva “.
Importante contributo alla ricerca per la mostra in oggetto, ancora in itinere, è l’analisi delle “architetture del lavoro’’ svolte dagli studiosi dell’Associazione Kairos che nella mostra fotografica “I trappeti raccontano’’, con le ricognizioni sul territorio, la catalogazione delle fabbriche superstiti, insieme all’indagine archivistica e bibliografica hanno meglio precisato come nel Mezzogiorno si sono conservate testimonianze di architetture del lavoro molto interessanti e articolate. Queste fabbriche, svuotate all’improvviso, condannate all’abbandono e al degrado, ancora conservano arrugginiti macchinari d’epoca, incredibilmente risparmiati dalle intemperie e dai furti e costituiscono un patrimonio importante nella storia dell’architettura industriale in assoluto, non soltanto calabrese.
Saranno presenti il Direttore dell’Archivio dott.ssa Maria Mallemace, la dott.ssa Maria Guerrera, l’architetto Clara Foglia, il presidente dell’Associazione Antonio Salerno e gli associati Domenico De Luca e Vincenzo Gullo.