L'arrivo in piazza del corteo dei manifestanti

Riformulazione del DCA 78, mantenimento del presidio ospedaliero con implementazione delle 70 unità mancanti (35 medici e 35 tra figure tecniche, infermieristiche ed assistenziali), rafforzamento del sistema hub-spoke nell’ambito del sistema sanitario della provincia e sì al nuovo ospedale della Piana complementare a quello di Polistena sono state le principali richieste che la piazza che ha manifestato contro l’eventuale ipotesi di chiusura del nosocomio polistenese ha voluto indirizzare al presidente-commissario Roberto Occhiuto non solo come moto di ribellione e protesta ma anche come stimolo a fare di più, meglio e soprattutto presto. Molti i sindaci, non solo del comprensorio pianigiano, che hanno voluto testimoniare – assieme a scuole, associazioni, sigle sindacali e cittadini – con la propria presenza la necessità di un cambio di passo nell’erogazione dei servizi sanitari pubblici intesi come attività primarie da tutelare, potenziare e garantire rispetto alla inadeguata modalità attuale. Nel mirino dunque, carenze strutturali, strumentali e di risorse umane che abbassano la qualità delle prestazioni aumentando notevolmente i disagi di una utenza sempre più bisognosa di cure e costretta a seguire la via dell’emigrazione sanitaria.

I sindaci sul palco

«Reclamiamo a gran voce per una assistenza sanitaria di qualità – ha affermato in apertura degli interventi il Presidente del consiglio comunale di Polistena Angelo Borgese – perché Presidente, qui c’è la sua gente che reclama un diritto». Quali siano le intenzioni della politica regionale sull’ospedale di Polistena lo ha chiesto nel suo intervento Marisa Valensise, portavoce del Comitato spontaneo per la tutela della salute dei cittadini della Piana, mentre il sindaco di Gioia Tauro e delegato per la sanità dell’Associazione della Città degli Ulivi, Aldo Alessio, ha confermato «il bisogno di sanità nella Piana e nella provincia» lamentando la carenza di programmazione, offrendo la collaborazione dei sindaci per fare una mappatura reale dei bisogni del territorio e chiedendo maggiori investimenti nel settore. La Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, ha espresso gratitudine ai camici bianchi chiedendo ascolto per le esigenze dei cittadini perché, ha asserito, citando Papa Francesco, “la salute non è un lusso”.

Il dottor Amodeo con la Garante Stanganelli

Il primario dell’UTIC di Polistena Enzo Amodeo ha offerto alla piazza un excursus evolutivo della mission aziendale affidatagli dall’Asp da quando si è insediato ad oggi sottolineando gli enormi progressi qualitativi e scientifici realizzati nelle pratiche specialistiche della cardiostimolazione e dell’emodinamica con un progetto, su quest’ultima, già pronto e spendibile da giugno del 2023 chiarendo «di aver creato le giuste sinergie, come gioco di squadra, per salvare vite non solo dei cittadini della Piana ma anche della Locride e persino dell’area reggina». Molto significativo anche l’intervento di una rappresentante del Comitato Città Attiva di Vibo Valentia che ha chiesto, con forza, «una sanità degna di un paese civile» invitando a proseguire la protesta perché «il futuro della Calabria è nelle nostre mani».

L’intervento del sindaco Michele Tripodi

Il Sindaco di Polistena Michele Tripodi ha sferzato Occhiuto, nell’intervento conclusivo, parlando di tentativi di boicottaggio e sottovalutazione della manifestazione – che ha portato in piazza, secondo fonti della Questura, circa 2000 persone – ribadendo di non accettare la narrazione secondo la quale Occhiuto – incontrato di persona qualche settimana addietro ed al quale il sindaco avrebbe sottoposto le problematiche segnalate nell’apposita piattaforma programmatica – avrebbe fatto più lui in 30 mesi che l’intera politica calabrese in 30 anni; ringraziando i medici in trincea e col bavaglio; ricordando le battaglie contro Scura del 2015; elencando le carenze, reparto per reparto, che penalizzano ed aggravano il lavoro dei professionisti rimasti; dichiarandosi a favore di ogni supporto nuovo in sanità «purché si faccia»; spiegando che il nuovo ospedale della Piana ha necessità dell’appoggio di Polistena per completare i LEA territoriali comunque carenti ovviamente rafforzando il no alla ipotetica chiusura del Santa Maria degli Ungheresi. «Qui vogliamo tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini della Piana» ha tuonato, scagliandosi contro i tentativi di divisione dei sindaci per governare più agevolmente le decisioni perché «non si può ridurre un diritto ad una merce». Con il pensiero rivolto ad altri appuntamenti che ancora attendono momenti di lotta a cui non ci si vorrà sottrarre, Tripodi ha chiosato il suo intervento corroborato dal fatto che «la battaglia per l’ospedale merita di essere combattuta ancora».

Nel corso della manifestazione è stata letta una missiva inviata dal sindaco di Cosenza, Franz Caruso, per confermare l’appoggio alla protesta per la sanità territoriale aggiungendo che “Occhiuto deve discutere di sanità con i sindaci su un diritto che oggi non è garantito”. Da registrare anche gli interventi del Comitato a difesa dell’ospedale di Serra San Bruno e di una nutrita pattuglia di giovani rappresentanti degli studenti di istituti del territorio: per il delegato dell’Itis Conte Milano di Polistena «senza scuola e ospedali non c’è futuro»; Davide Giovinazzo, per il Liceo Guerrisi di Cittanova, ha spinto sulla necessità del cambiamento; Vincenzo Antico, per il Liceo Gerace di Cittanova, ha chiarito che «la sanità non può essere trascurata per motivi di campanile» mentre Angelo Scozzarra, per il Liceo Rechichi di Polistena ha evidenziato «che non è il momento di tagliare ma di investire in sanità».