Sei condanne e sei assoluzioni.
Scritto così, l’epilogo del procedimento giudiziario “Chirone” riporta una parte di quanto nell’aula del Tribunale di Palmi è realmente accaduto la sera di mercoledì 24 luglio, quando il collegio giudicante ha emesso la sentenza al termine del processo di primo grado nato da un’inchiesta del 2021 che ha portato all’arresto di 13 persone sospettate di aver creato una associazione di stampo mafioso in favore della cosca Piromalli di Gioia Tauro, la quale avrebbe messo mani nell’Azienda sanitaria reggina.
Ma questa presunta associazione mafiosa, per il Tribunale di Palmi, non è mai esistita: la cosca Piromalli non ha messo mani, né piedi, nell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria e il castello di accuse della Procura, che poggiava proprio sull’associazione mafiosa, è crollato.
L’associazione mafiosa, perno sul quale poggiava l’intera inchiesta, si è sgretolata e ha portato con sé tutte le accuse pesanti piombate sulle persone coinvolte nel procedimento.
Il collegio giudicante ha assolto da tutte le accuse il principale imputato, Girolamo Giuseppe Fabiano Tripodi, l’imprenditore per il quale la Dda aveva chiesto 16 anni di carcere. Era accusato di associazione mafiosa e, secondo i pm, sarebbe stato la figura di riferimento degli assetti societari operanti nel settore sanitario del laboratorio Minerva, di Mct Distribution & Service srl e Lewis medical srl., società che secondo l’accusa, non riscontrata dal Tribunale, essendo aggiudicatrici di appalti di fornitura all’Asp di Reggio Calabria, avrebbero fatto da “schermo” alla cosca consentendole di ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali negli ospedali di Gioia Tauro, Polistena, Locri e nell’Azienda ospedaliera del capoluogo. Una tesi che è stata contestata dagli avvocati di Tripodi e che non ha retto in Tribunale.
Accusati sempre di associazione mafiosa, sono stati assolti anche Giancarlo Arcieri, Martino Taverna e Antonino Cernuto.
Sono cadute, infine, le accuse pure per il direttore delle farmacie dell’Asp Giuseppe Fiumanò e per la funzionaria dell’Azienda sanitaria provinciale Francesca Grazia Laface. Il primo è stato assolto dal reato di concorso esterno con la ‘ndrangheta, mentre la seconda dall’accusa di corruzione.
Assolti dal reato di associazione mafiosa, ma condannati per i reati fine, gli imputati Antonino Madaffari (4 anni di carcere), Franco Madaffari (2 anni e 6 mesi), Mario Vincenzo Riefolo (2 anni e 6 mesi), Federico Riefolo (3 anni e 6 mesi), Pasquale Mamone (3 anni e 6 mesi), Giuseppe Cernuto (3 anni).
Per tutti, il Tribunale di Palmi ha escluso l’aggravante mafiosa di aver agevolato la cosca Piromalli.