Se ci chiedessero di dare un titolo al lungo fine settimana che oggi si conclude, non potremmo non scomodare i Jalisse e la loro “Fiumi di parole” (con Sanremo alle porte l’accostamento calza a pennello).
Il tema che da giovedì è sotto i riflettori della politica locale è quello della sanità nella Piana di Gioia Tauro, un’area che nel giro di un ventennio o poco più ha visto chiudere lentamente i presidi sanitari presenti nel territorio per far spazio – ma solo sulla carta – a una riorganizzazione del sistema sanitario che avrebbe dovuto portare maggiore efficienza e copertura ma che nel 2025 possiamo dire, senza il timore che qualcuno possa smentirci, che è ampiamente fallita.
La Piana vive da diciassette anni con il sogno e la speranza di vedere sorgere un ospedale nuovo e nel frattempo assiste quotidianamente al dramma della mancanza di posti letto nelle poche strutture esistenti, alla carenza di personale medico e sanitario. Vive in uno stato di emergenza continua. E proprio il nuovo ospedale e la necessità di fornire all’utenza una sanità dignitosa sono stati causa di quei fiumi di parole di cui sopra.
Le dichiarazioni del sindaco di Polistena Michele Tripodi
Giovedì sera Tripodi ha diffuso una nota stampa nella quale ha ribadito una posizione che è nota da anni. Il sindaco di Polistena – non lo abbiamo scoperto giovedì – difende da sempre e in maniera anche legittima l’ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” chiedendo che venga potenziato perché da anni rappresenta, seppur con mille criticità, la struttura di riferimento nella Piana, specie per l’utenza che vive nelle zone pre-aspromontane che, in caso di emergenza, si rivolgono all’ospedale di Polistena che ormai è al collasso.
Tripodi ha rimarcato il fatto che l’unico ospedale della Piana è – e rimarrà anche in futuro – quello di Polistena, dal momento che in diciassette anni dell’ospedale della Piana non si vede l’ombra e che se anche si riuscisse a dare inizio ai lavori in tempi brevi, quelli di realizzazione sarebbero molto lunghi. E l’utenza non può attendere.
Il sindaco ha anche riferito che nei giorni scorsi ha chiesto al presidente Occhiuto che vi sia un investimento strutturale per l’ospedale di Polistena di almeno 10 milioni di euro che preveda l’ampliamento dell’attuale presidio, con una nuova torre da costruire nei terreni circostanti destinati dall’Amministrazione comunale a servizi sanitari.
Parole, quelle di Tripodi, che non aggiungono alcunché di nuovo a quanto noto e che dal punto di vista politico sono sacrosante: quando un sindaco tutela un diritto fondamentale quale quello alla salute, non può mai essere attaccato e chi lo fa dovrebbe invece preoccuparsi di essere tanto determinato quanto lo è Tripodi in questa battaglia.
Non possiamo fare a meno di notare, però, nelle dichiarazioni di Tripodi e in quelle successive delle altre parti politiche, una mera strumentalizzazione volta a semplificare la questione e ridurla a scaramuccia: il potenziamento dell’Ospedale di Polistena contro la costruzione del nuovo Ospedale della Piana. Il buon senso dovrebbe indicare la via: a tutti conviene convergere sulla sintesi tra le due posizioni. Si potenzi l’ospedale di Polistena e si costruisca il nuovo ospedale, procedendo nel frattempo alla riorganizzazione dei servizi sanitari nel territorio. E invece…
SOS Calabria fa tappa nella Piana
Venerdì l’ospedale di Polistena ha visto sfilare i rappresentati del Partito democratico, impegnati nel tour “SOS Calabria – dentro l’emergenza sanitaria”. Il segretario regionale Nicola Irto insieme al capogruppo in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua e alla consigliera regionale Amalia Bruni hanno incontrato i responsabili del presidio ospedaliero, che ha un bacino d’utenza di 160mila abitanti, e visitato il Pronto soccorso. Era presente anche Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi e consigliere della Città metropolitana. Assente il sindaco di Polistena.
Gli esponenti del Pd hanno tastato con mano il disagio dei cittadini che quotidianamente vanno incontro alle inefficienze del servizio sanitario, chiedendo risposte immediate per superare le criticità croniche. L’ospedale, ad esempio, ha in organico un solo tecnico di rianimazione e gravi carenze di anestesisti e attende da tempo il reparto di Oncologia.
A margine dell’incontro il sindaco di Palmi ha rilasciato una breve dichiarazione, prendendo le distanze da quanto detto il giorno prima dal collega Tripodi e ribadendo la necessità che l’ospedale di Polistena venga ad ogni modo potenziato, lavorando affinché quello di Palmi possa vedere la luce.
Il movimento “Faro”
Venerdì pomeriggio il movimento “Faro” di Palmi rilascia una nota stampa esprimendo dissenso per quanto detto dal sindaco di Polistena (ventiquattr’ore prima) e puntando il dito contro Ranuccio il quale, secondo quanto appreso dal movimento palmese, sarebbe andato alla manifestazione di Polistena «con altri amministratori palmesi al seguito […] al fianco di un Sindaco deciso a condurre battaglie campanilistiche e anacronistiche, che già tanto male hanno fatto al nostro territorio».
Uno scivolone vero e proprio: intanto Tripodi non era presente all’iniziativa del Pd “SOS Calabria” e, cosa ancora più grave, Ranuccio non ha mai sposato appieno il pensiero del sindaco di Polistena. Lo dice da anni e lo ha ribadito anche venerdì: «Anche se le dichiarazioni rese ieri dal collega sindaco di Polistena, purtroppo, non mi stupiscono, faccio il tifo per una posizione unitaria dei primi cittadini della Piana. Mantenendo sempre la linea che porto avanti da anni, continuo a battermi allo stesso modo per il potenziamento del “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena, esattamente con l’identica determinazione che mi porta a lavorare ogni giorno sull’Ospedale della Piana da costruirsi a Palmi».
Dov’è lo scandalo, viene da domandarsi? Nel chiedere che mentre si attende che sul fronte nuovo ospedale qualcosa si muova, ma si muova seriamente, la Piana non venga privata del diritto alla salute?
«Cari signori del PD, non abbiamo bisogno di divisioni o campanilismi. Abbiamo bisogno di una politica che la smetta di speculare sui bisogni della gente e che produca risultati concreti. Adesso basta», recita un passaggio della nota del movimento “Faro” il quale sottostima il fatto che difendere a spada tratta la costruzione dell’ospedale di Palmi senza curarsi di chiedere che l’ospedale di Polistena venga potenziato, è esattamente una posizione campanilistica. Oltre che scellerata.
La risposta del Pd di Palmi
Sabato mattina arriva da Palmi la risposta al movimento “Faro”, da parte del circolo Pd che è stato duramente attaccato. Il Pd, nella nota, mette in evidenza i due scivoloni del movimento, ricordando come Tripodi fosse assente alla tappa dell’iniziativa del partito e come Ranuccio abbia espresso posizioni chiare sulla sanità.
E ricorda come addossare al Pd e al quinquennio di Oliverio le colpe per lo stallo dell’iter per la realizzazione dell’ospedale a Palmi sia singolare, dal momento che il centrodestra ha guidato la Calabria per quasi dieci anni negli ultimi quindici.
Chiara la posizione del Pd palmese: la salute dei cittadini non è di destra, né di sinistra, né di Palmi, né di Polistena. La Calabria tutta e la Piana di Gioia Tauro hanno bisogno immediato di una rete sanitaria territoriale più efficiente, del potenziamento del Santa Maria degli Ungheresi di Polistena, del mantenimento dell’Ospedale di Gioia Tauro e della costruzione del nuovo Ospedale di Palmi.
Ancora il movimento “Faro”
Per mettere una pezza al buco, il movimento “Faro” ieri sera è corso ai ripari dicendosi fiero di aver «riacceso il dibattito politico che, anche questa volta, abbiamo fortemente stimolato» e chiede al Pd che venga fatta chiarezza sulla sanità.
Strano che la chiarezza la chieda al Pd e non, ad esempio, al presidente Occhiuto che è commissario alla sanità per la regione Calabria.
Cosa ha da chiarire il Pd che non abbia già fatto? Chiedere che ci sia un’offerta sanitaria adeguata alle esigenze e al bacino di utenza della Piana, in attesa di un nuovo ospedale è più che legittimo anzi, è sacrosanto. Fare il contrario sarebbe scorretto e ancor più andrebbe contro uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
Se poi la chiarezza il movimento “Faro” la chiede per sapere se Ranuccio, che è stato eletto sindaco all’interno di una coalizione civica e che non ha mai fatto segreto del suo legame con gli ambienti del Pd”, parla in qualità di tesserato del Pd o meno, dal momento che il circolo palmese ne ha preso le difese, allora dovrebbe ricordare che i passaggi da un partito all’altro sono da decenni all’ordine del giorno.
Ancor più bisognerebbe – tutti quanti – tenere a mente che ai cittadini che ogni giorno affrontano problemi legati alla mancanza di risposte sanitarie, poco o niente importa se un sindaco abbia la tessera di un partito o meno. Ai cittadini importa ben altro.
E se dopo diciassette anni di attese la politica si attacca ancora ai concetti sterili di “campanilismo” e di appartenenza a uno a all’altro partito, duole constatare che il livello della discussione è davvero basso.