Arriva dalle pendici d’Aspromonte una scoperta che potrebbe rivoluzionare quantomeno il settore elettrico domestico.
L’innovazione, già coperta da brevetto, riguarda un apparato per la generazione esponenziale di energia, in grado di autoalimentarsi contrastando la scarica della fonte iniziale o meglio, e l’energia utilizzata per il suo funzionamento che in qualche modo viene restituita.
Lo spiega bene Giuseppe Condello, geometra di Sant’Eufemia con il pallino dell’inventore, che, insieme ad un esperto di informatica, ha sfruttato i mesi del lockdown per portare a termine complicati studi di sviluppo di una tecnica che ancora non esiste al mondo.
L’apparecchio in questione ha solo bisogno di una fonte di energia qualsiasi, sia essa un pannello, la luce di casa, una batteria come quella dell’automobile da cui prendere lo spunto per avviarsi, però, in questo caso, anziché la dinamo, non c’è nessuna parte in movimento che si possa usurare. Si tratta in pratica di un processo che, anziché disperdere energia, la recupera attraverso una tecnologia di circuiti integrati autorigenerandola. Un po’ come fanno i tram con la frenatura a recupero, sfruttando parte d’energia elettromagnetica, ma al posto dei magneti ci si affida a componenti elettronici per produrre energia pulita, sicura al 100%, che non consuma alcun tipo di carburante se non un paio di watt per far partire il congegno.
«L’idea – evidenzia Condello – è nata un anno e mezzo fa: con l’inizio delle restrizioni per contenere la pandemia, ci siamo dedicati giorno e notte alla realizzazione di questo progetto, assemblando pezzi e facendo prove e riprove, finché ci siamo riusciti».
Le leggi insegnano che una parte dell’energia elettrica si dissipa sotto forma di calore, i due ricercatori calabresi, invece, sono riusciti a mettere a punto un prodotto che partendo da un’energia fissa a batteria, attraverso dei circuiti combinati, ne produce il triplo o il quadruplo, fino al limite stabilito, superando e mettendo in difficoltà i vecchi sistemi.
«Da una batteria da 100 Ampere – precisa Condello – possiamo generare anche 2400 Volt; in fisica 1 dà 1 non può dare 1,5; noi abbiamo 1 e prendiamo 2,4; è una cosa che non riesce a comprendere nessuno».
Sarebbero queste le potenzialità di un’invenzione per la quale basilare è stata l’informatica, per via della necessaria programmazione dei circuiti elettronici, ma anche la chimica e la fisica. Vasti i campi d’applicazione: l’apparato, compatto e facilmente trasportabile, richiede una componentistica quasi minima che lo rende ideale per le installazioni residenziali (3-6-12 kw); può essere posizionato ad ogni struttura rendendola completamente indipendente da qualsiasi altra fonte di energia elettrica. Si può spostare da un’abitazione all’altra; portare in barca, nei cantieri di lavoro, nelle parti più isolate del mondo dove manca completamente l’energia; utilizzare in caso di stati d’emergenza per applicazioni militari, negli ospedali o per iniziative umanitarie in zone colpite da catastrofi naturali.
Per il momento, esiste solo un prototipo artigianale costruito riutilizzando la carcassa di un vecchio Pc ma l’auspico è che per l’inizio dell’anno l’innovazione sia ingegnerizzata e immessa sul mercato, sperando che ogni famiglia possa usufruirne ottenendo benefici per quanto riguarda il consumo elettrico domestico.
«Stiamo pensando ad una Start-up o ad una campagna di crowdfunding – conclude Condello – ma l’aspettativa sarebbe quella di trovare qualche partner che sposi il progetto per avviare subito una fabbrica qui in Calabria che darebbe tanti posti di lavoro, abbiamo già infatti richieste dal settore nautico e dall’estero».