Non supera il controllo del giudizio di legittimità l’ordinanza del Tribunale del riesame di Reggio Calabria, che, pur sostituendo la misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari, aveva confermato l’impostazione accusatoria, nel processo “Provvidenza”, nei confronti di Gioacchino Careri, 26 anni, imprenditore oleario di San Ferdinando.
Careri, difeso dagli avvocati Domenico Alvaro e Domenico Malvaso, era stato arrestato con la pesante accusa di concorso esterno nell’associazione mafiosa facente capo alla famiglia Piromalli.
In accoglimento del ricorso dei difensori, avvocati Malvaso ed Alvaro, che hanno anche depositato motivi aggiunti, la Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio, per un nuovo e più approfondito esame, l’ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria, condividendo le censure difensive incentrate sulla mancanza di un quadro indiziario idoneo a giustificare l’applicazione di una misura cautelare per concorso in associazione mafiosa.
In particolare, al giovane Careri, imprenditore della società SGF srl, operante nel settore dell’imbottigliamento e della vendita all’ingrosso di olio di sansa, si rimprovera di avere agevolato la cosca Piromalli, fornendo alla società Madoro, di Rosario Vizzari, sponsorizzata da Antonio Piromalli, figlio di Pino, ritenuto al vertice della consorteria mafiosa, ingenti quantitativi di olio di sansa poi commercializzato dalla Madoro negli Stati Uniti come olio extravergine. Attraverso questo sistema truffaldino, i Piromalli avrebbero tratto, secondo l’accusa, notevoli profitti economici.
I difensori di Careri, nel contestare radicalmente l’impianto accusatorio, hanno prodotto corposa documentazione, con indagini difensive, memorie tecniche, trascrizione ed ascolto dal vivo di alcune conversazioni telefoniche intercettate, dimostrando che la ditta del Careri era estranea sia alla truffa dell’olio sia alle attività del Piromalli, i cui interessi nella società Madoro non erano stati mai emersi. Semmai, proprio in conseguenza dei prezzi elevati praticati dalla SGF alla società del Vizzari e della mancata concessione di anticipazioni sulle richieste di olio di sansa, la società Madoro aveva interrotto ogni rapporto con il Careri rivolgendosi ad altro fornitore più disponibile.
Sulla base di tali censure illustrate ed argomentate dai difensori, la posizione del Careri dovrà essere riesaminata dal Tribunale della libertà, valutando non solo gli elementi accusatori ma anche le prove di innocenza fornite dalla difesa.