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Progetto Su.Pr.Eme 2: Taurianova e il modello di integrazione concreta

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Con la pubblicazione sui siti internet dei comuni di Taurianova, Rosarno e San
Ferdinando di 2 distinti avvisi pubblici, predisposti dal consorzio Macramè e
dall’associazione di volontariato Oasi, è ufficialmente avviato il reclutamento del
personale da impegnare per l’attuazione del progetto W.I.A.M.I. (We Innovate for
Asylum Integration & Immigration), finanziato dal “Fondo asilo migrazione
integrazione” (F.A.M.I) per interventi di prevenzione e contrasto al lavoro sommerso
e al fenomeno del caporalato.
La ricerca trasparente di figure qualificate da impiegare a favore dei diritti dei
lavoratori migranti, il cui espletamento è stato posto tra gli oneri dei soggetti del
privato sociale che hanno ottenuto l’incarico per la coprogettazione da parte dei 3 enti
locali, sta avvenendo tramite la creazione ex novo da parte di Macramè di una
“Banca delle competenze” e, grazie un secondo bando, l’aggiornamento di una
short list già esistente che fa capo a Oasi.
Sono in tutto 25 (16+9) le figure che in questa fase si intende selezionare, per una
attività operativa che durerà 36 mesi e che Taurianova (capofila), Rosarno e San
Ferdinando hanno avuto cofinanziata dall’Unione Europea, dalla Regione e dai
ministeri del Lavoro e dell’Interno, attraverso il Progetto Su.Pr.Eme 2 con risorse
fino a 2.422.645 euro.
Si tratta evidentemente di una riedizione, nella Piana di Gioia Tauro e nella
Sibaritide, di un intervento che Taurianova – che fu unica destinataria in questo
territorio del primo finanziamento – aveva utilizzato tra l’altro per realizzare il Polo
sociale integrato di via Sofia Alessio, il borgo sociale per la chiusura della
baraccopoli di contrada Russo e l’attivazione di una “Agenzia per l’Abitare”.
Nei due avvisi preparati per conto dell’Associazione temporanea di scopo di cui
fanno parte anche gli operatori dell’associazioni “Chico Mendes” e Promidea,
sono indicati la scadenza fissata per presentare domanda, il 30 aprile prossimo, e le
categorie professionali di cui ci si intenderà avvalere per l’esecuzione del progetto:
esperto tratta, assistente sociale, custode, educatore, infermiere, mediatore
linguistico, oss, medico, psicologo, docente, esperto servizi per il lavoro,

emersore competenze, orientatore, accompagnatore, autista, facilitatore misure
dell’abitare, avvocato, informatico, esperto contratti, operatore sportello.
Nei due avvisi, inoltre, sono indicate le sedi di lavoro ovvero i Poli sociali integrati di
Taurianova e San Ferdinando, nonché il Borgo Sociale di Taurianova e la tendopoli
di San Ferdinando, ferma restando la possibilità che il lavoro venga svolto in altre
sedi itineranti.
«Con l’apertura del Borgo Sociale di contrada Russo – afferma il sindaco Roy Biasi
– Taurianova sta dimostrando che la chiusura dei ghetti inumani è possibile se le
istituzioni, Regione e Prefettura in testa, stanno al fianco dei Comuni in maniera
concreta. Il fatto che siamo riusciti a bissare il progetto Su.Pr.Eme, che tante
soddisfazioni ha prodotto per la nostra amministrazione comunale indicata in
tutte le regioni del Sud quale modello di buone pratiche, significa che la via
concreta e non ideologica all’integrazione è possibile, quando come nel nostro caso ci
sono amministratori e dipendenti comunali unicamente impegnati a dare risposte
concrete sul piano del riconoscimento dei diritti a chi ha bisogno, al di là del colore
della pelle».
«Insieme alle altre due amministrazioni – dichiara Maria Fedele, assessore
all’Immigrazione – non stiamo lasciando nulla d’intentato pur di affiancare, nel modo
più utile e trasparente possibile, quanti intendono assicurare con il loro lavoro
retribuito il mantenimento di quell’alto standard di competenza e professionalità che
il Raggruppamento di associazioni garantisce e che intendo ringraziare, al pari dei
dipendenti dell’Area Welfare del nostro Comune, per il modo come attuano le nostre
indicazioni. A Taurianova continuiamo a dimostrare che l’aiuto ai migranti regolari e
a quanti vogliono uscire da condizioni di sfruttamento in nome di un diritto può
essere anche una fonte di reddito, oltre che una occasione per aiutare quella
integrazione giusta di cui la nostra economia e la cultura delle nostre comunità
hanno bisogno».

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