I rappresentanti del Comitato spontaneo: Nasso, Valensise, Trimarchi e Cordiano

Non si contano più i gridi d’allarme che il Comitato spontaneo in difesa della salute, attivo a Polistena, ha lanciato e lancia per denunciare carenze e limitazioni di servizi rilevati presso l’ospedale spoke, presidio unico per la Piana di Gioia Tauro. Se l’arrivo – atteso quanto provvidenziale – dei medici cubani ha certamente fatto prendere una boccata d’ossigeno all’organico dei camici bianchi in corsia è pur vero che la situazione, sotto il profilo organizzativo e strutturale, rimane comunque precaria. Notizie dell’ultima ora informano di soste lunghissime di pazienti, ingolfati presso il rinnovato pronto soccorso, lasciati stazionare addirittura per giorni in attesa di collocamento nei reparti di riferimento. E questo perché “manca il coordinamento tra reparti e medici e la carenza annosa di personale paramedico è ancora un grosso problema – fanno sapere dal Comitato –; mancano infermieri in tutti i reparti, il personale Oss si conta sulle dita di una mano e si fa addirittura a gara a chi può avere qualche operatore d’aiuto nei reparti”. Una rabbia che si acuisce soprattutto per “la mancanza di tutta una serie di farmaci indispensabili” e di materiale sanitario quotidianamente necessario per l’espletamento e la somministrazione delle cure ma anche per le importanti carenze strutturali. “Il reparto più obsoleto è quello di pediatria che sta cadendo a pezzi” hanno poi fatto sapere, puntando nuovamente il dito contro l’indolenza della dirigenza sanitaria pro-tempore che non ha attuato le contromisure necessarie persino per l’assegnazione dei parcheggi riservati ai diversamente abili, la predisposizione di rampe d’accesso ai reparti, le pessime condizioni dell’asfalto interno all’ospedale così come per la segnaletica. “Riteniamo vergognoso tutto questo, come vergognosa è la lentezza nell’affrontare questa situazione” hanno ripreso, pretendendo “l’attivazione di concorsi seri, appetibili e dove predomini la meritocrazia” per rinfoltire organici e potenziare l’erogazione dei servizi in tutti i reparti di riferimento. Una battaglia contro i mulini a vento sembrerebbe quella portata avanti dal Comitato che si sta spendendo, senza risparmio di energie, con visite, incontri e denunce continue nella speranza di sensibilizzare il management sanitario provinciale ad intervenire, senza ulteriori indugi, per riequilibrare una condizione divenuta, incomprensibilmente, congiunturale. Un accenno anche alla situazione della specialistica ambulatoriale territoriale (Gioia Tauro, Palmi, Taurianova) che dovrebbe coadiuvare l’operato dell’ospedale di Polistena attraverso l’ausilio di operatori sanitari che “devono effettuare tutte le indagini strumentali di primo livello, al fine di predisporre eventuali ricoveri solo in presenza di criticità” atteso che “gli strumenti per le indagini ci sono in ogni ambulatorio”. E mentre si esprime apprezzamento per l’attivazione per le procedure per lo screening del tumore al colon retto ancora si aspetta, in provincia, per le AFT (aggregazioni funzionali territoriali) per “snellire gli accessi ai pronto soccorso”. “Stiamo organizzando giornate a tema mirate a sensibilizzare i cittadini sulle gravi carenze che continuano a persistere nei nostri ospedali e, al tempo stesso, a smuovere le coscienze ormai indurite di chi dovrebbe attivamente fare e non fa” è stata la chiosa del Comitato che, a margine di un incontro con la stampa, ha preannunciato l’imminente avvio di due iniziative: una raccolta farmaci da donare al presidio, vista l’inconcepibile carenza, e una giornata di protesta battezzata “Caccia alla rampa” per sollecitare l’installazione di una rampa d’accesso – mai realizzata – che consenta l’accesso al nosocomio ai diversamente abili: “Tutte promesse puntualmente disattese” hanno ribadito, ancora una volta, sconsolati.