GIOIA TAURO – «Se dovesse saltare la costruzione dell’ospedale di Palmi, la colpa sarebbe da addebitare a chi non ha rispettato le regole democratiche e le scelte dei primi cittadini della Piana e non al sindaco di Gioia Tauro».
Inizia con queste parole il ragionamento di Salvatore Nardi, assessore alle Politiche Sociali del comune di Gioia Tauro, scaturito dalla lettura del comunicato, diffuso ieri, da Luigi Fedele, capogruppo del Pdl in consigliere regionale.
«Fedele ha fatto un intervento molto superficiale – ha detto Nardi – senza entrare nel merito delle questioni. Dovrebbe spiegarci perchè è stato ignorato il parere dei sindaci, perchè stanno facendo due mezzi ospedali e poi – ha aggiunto – invece di dire che è tutto a posto, dovrebbe studiare le carte, perchè l’iter che ha portato all’acquisto dei terreni è viziato da tantissime irregolarità».
Secondo l’assessore «se dovesse andare in porto la sciagurata operazione della costruzione dell’ospedale a Palmi, si spenderebbero cento milioni di euro per ritrovarsi tra dieci anni con una situazione peggiore di quella attuale».
La riflessione si sposta poi sul tema del campanilismo: «Qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare – ha proseguito – perchè quando la comunità gioiese rivendica un diritto è campanilista, mentre quando lo fanno gli altri viene considerato un comportamento corretto e dovuto. Fedele – ha concluso Nardi – dovrebbe dirci perchè si ricorda di Gioia Tauro solo quando bisogna realizzare impianti nocivi o quando si decide di raddoppiare l’inceneritore. Siamo persone per bene e meritiamo di essere trattati come tutti gli altri calabresi».
Lucio Rodinò