«Stiamo vedendo di ricostruire la catena dei soccorsi ma non ci sono indagini su questo. Stiamo ricostruendo tutti i passaggi, dall’avvistamento in poi, per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare e che sembra sia stato fatto. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili».
È quanto ha riferito all’ANSA il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, sull’indagine aperta sul naufragio avvenuto ieri mattina all’alba, al largo delle coste crotonesi e che ha portato finora all’identificazione di 62 cadaveri.
«Qui – ha poi aggiunto – mancano uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Il governo dovrebbe capire che sarebbe necessario impostare in modo diverso le strutture. In estate abbiamo 3 sbarchi la settimana».
Capoccia ha poi aggiunto che in queste ore stanno sentendo «i superstiti e successivamente passeremo alla fase della completa identificazione. Poi vedremo altri aspetti e cercheremo di ricostruire anche la catena dei soccorsi. Stamani ho parlato con il comandante generale delle Capitanerie di porto e certamente chi portava il barcone non era uno sprovveduto. Probabilmente l’intenzione era quella di spiaggiarsi, visto che viaggiavamo su una imbarcazione senza deriva. Invece sono finiti su una secca, molto conosciuta ai marinai della zona; una volta fermata, la barca non ha più retto ai colpi inferti dalle onde e si è letteralmente sfasciata».
«Stiamo ricostruendo anche tutti i passaggi, dall’avvistamento in poi – ha aggiunto il magistrato – Tra l’altro c’è anche una stranezza: dalla barca non è mai partita una richiesta di soccorso. La telefonata internazionale alla Guardia di finanza è stata una strana triangolazione, ma dalla barca non hanno chiesto aiuto come succede sempre non appena arrivano in prossimità della costa».
«Subiamo 3 sbarchi alla settimana nel periodo estivo – ha proseguito Capoccia – La fascia ionica calabrese dovrebbe essere il fiore all’occhiello per questo tipo di interventi e questo non avviene per mancanza di uomini e mezzi. Bisogna attrezzare questi uffici. Il governo deve rendersi conto che è necessario impostare in maniera diversa le strutture. Il Cara di Isola Capo Rizzuto non può essere sempre in sofferenza. Siamo una piccola provincia che regge uno scontro che dovrebbe riguardare l’Italia, ma anche tutta l’Europa».
Capoccia ha poi evidenziato che anche con mezzi più grandi, con quelle condizioni di mare, un eventuale abbordaggio sarebbe stato estremamente rischioso, ricordando quanto avvenne nel canale di Otranto dove una unità militare toccò un barcone di migranti provocandone l’affondamento. Il procuratore di Crotone ha quindi confermato che i reati ipotizzati nell’indagine sono tre: omicidio colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.