HomeAltre NotizieMarijuana, restano ai domiciliari 4 taurianovesi accusati di aver coltivato 32mila piante

Marijuana, restano ai domiciliari 4 taurianovesi accusati di aver coltivato 32mila piante

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Giuseppe Sicari, Paolo Monterosso, Carmelo Avati e Giuseppe Startari rimangono agli arresti domiciliari. Accolto dalla Cassazione il ricorso dei legali dei giovani taurianovesi accusati di aver coltivato 3.200 piante di marijuana

La IV Sez. Penale della Corte di Cassazione, presieduta dalla dott.ssa Patrizia Piccialli, ha accolto i ricorsi presentati dai difensori dei giovani taurianovesi Giuseppe Sicari, Paolo Monterosso, Carmelo Avati e Giuseppe Startari contro l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, presieduto dal dott. Antonio Genovese, che, accogliendo l’appello formulato dal P.M. del Tribunale di Palmi Dott. Davide Lucisano, aveva disposto la custodia cautelare in carcere la cui esecuzione era, tuttavia, rimasta sospesa proprio in attesa della decisione della Suprema Corte.

I giovani, tutti di Amato di Taurianova, erano stati originariamente tratti in arresto e collocati in regime di arresti domiciliari all’esito dell’udienza di convalida, in quanto sorpresi dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova mentre erano intenti a coltivare ben 3.200 piante di canapa indiana di altezza compresa tra i 50 e i 150 cm.  La piantagione, che si trovava in località Querce di Cittanova, veniva alimentata con dei tubi di plastica collegati a delle cisterne ed aveva come originale dissuasore degli odori, delle carcasse di polli.

La Suprema Corte, all’esito della camera di consiglio, ritenendo fondati i ricorsi difensivi proposti dall’avvocato Antonino Napoli per Sicari Giuseppe, Avati Carmelo e Monterosso Paolo e dagli avv.ti Renato Vigna, Annunziata Modafferi e Michele Ceruso per Startati Giuseppe, che hanno contestato la legittimità del provvedimento del Tribunale della Libertà che aveva ritenuto inidonei gli arresti domiciliari a fronteggiare il pericolo di recidiva, ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale della Libertà consentendo agli imputati la prosecuzione della detenzione cautelare in regime di arresti domiciliari, nell’attesa della fissazione della nuova udienza innanzi al Tribunale del Riesame.     

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