Dopo l’annuncio fatto ieri da Vincenzo Nibali, che al termine della tappa del Giro d’Italia con arrivo nella sua Messina ha fatto sapere che al termine della stagione si ritirerà dalle gare, la Corsa Rosa 2022 non potrà che essere l’ultima grande passarella dedicata al campione siciliano.
Lo Squalo può vantare un palmares come pochi altri corridori nella storia: Giro d’Italia 2013 e 2016, Tour de France 2014, Vuelta a Espana 2010, due Giri di Lombardia (2015 e 2017), la Milano Sanremo del 2018, due volte Campione italiano su strada (2014 e 2015), due volte vincitore della Tirreno-Adriatico (2012 e 2013) e sette volte sul podio nei tre grandi giri.
All’età di 37 anni, ne farà 38 a novembre, ha deciso di dire basta, e lo ha fatto, tra le lacrime, nella sua città natale, Messina, davanti al pubblico che più di tutti lo ama.
Per questo motivo, tutto d’un tratto, il Giro d’Italia 2022 è diventato il Giro di Vincenzo Nibali, che assieme a tutti gli altri ciclisti è stato accolto stamattina da una Palmi coloratissima e appassionata.
A 40 anni esatti dall’ultima volta in cui Palmi è stata sede di una partenza di tappa del Giro, la cittadina si è tirata a lustro per ospitare la grande festa rosa, che può vantare una macchina organizzativa impressionante. I mezzi sono arrivati a Palmi mercoledì sera e la mattina dopo il villaggio era già pronto a ospitare le migliaia di spettatori e appassionati con i suoi stand, i giochi organizzati dagli sponsor per far vincere qualche gadget, il palco, gli archi disseminati lungo la strada e le centinaia di persone e mezzi al seguito.
Una grande festa, appunto, in cui tutto il calore è dedicato ai corridori, grandissimi atleti che si apprestano a completare in totale 3446 chilometri per tutta la penisola, dopo il prologo di tre tappe in Ungheria. Su tutti, la magia che accompagna da sempre la Maglia Rosa, a prescindere da chi la indossi. Da ieri il corridore spagnolo Juan Pedro Lopez Perez, della Trek Segafredo, ha l’onore e l’onere di portare la maglia di leader della classifica, e basta dare un’occhiata ai corridori che si apprestano a salire sul palco dopo il rituale della firma, prima della partenza, per capire subito come tutti lo rispettano. Non c’è corridore che gli passi accanto senza rivolgergli un sorriso o dargli una pacca sulla spalla. Grande calore anche per gli altri uomini di classifica, come Arnaud Demare, che indossa la Maglia Ciclamino della classifica a punti, Lennard Kamna con la Maglia Blu di miglior scalatore e per i tanti campioni che si avvicendano sul palco, tra cui Tom Doumulin vincitore del Giro 2017, e Mark Cavendish, velocista 37enne che ha già vinto una grande volata nella terza tappa in Ungheria. Ma la vera ovazione del pubblico è stata per Vincenzo Nibali, che prima della partenza ha ribadito di voler chiudere la sua carriera a fine anno: «è una decisione che ho preso e sto vivendo con serenità – ha detto Vincenzo – ho dato tanto al ciclismo e il ciclismo ha dato tanto a me, sento che è il momento di chiudere con l’attività agonistica».
Lo sguardo nascosto da grandi occhiali a specchio, la faccia tirata di chi sa già la fatica che lo aspetta, lo Squalo ha infine preso posizione sul Corso Garibaldi da dove poco dopo è partito il countdown per la partenza della Tappa: i quattro corridori in testa alle rispettive classifiche davanti a tutti gli altri hanno ascoltato il saluto del Vescovo della Diocesi di Mileto, il palmese Attilio Nostro, che ha dedicato ai corridori del Giro e a tutti i presenti una preghiera. Gli ultimi dieci secondi sono stati scanditi dallo speaker e da tutto il pubblico, fino ad arrivare al momento della partenza, col segnale di via dato dal Sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio.
Di lì a poco, i corridori hanno seguito il percorso che lungo Corso Garibaldi li ha condotti verso Villa Mazzini per tornare indietro sulla Via Roma e prendere poi la via Bruno Buozzi dal Monumento a Cilea e dirigersi verso la Statale 18. Contemporaneamente, la festa andava scemando con tutti gli stand ormai svuotati da tutto il materiale promozionale dato in dono al pubblico, le barriere smantellate velocemente per dar modo alla macchina organizzativa di spostarsi verso Diamante dove il villaggio verrà riassemblato per la partenza di domani, e così via fino alla tappa finale che si terrà a Verona il prossimo 29 maggio.
Una manifestazione appassionante, attesa da mesi e scandita da un rituale rodato, ha finalmente coinvolto anche Palmi nel suo turbine gioioso, portatore di felicità e colore, con alla sua base il sentimento di unione e appartenenza che contraddistingue il Giro d’Italia fin dalla sua primissima edizione, nell’ormai lontano 1909. Da allora, per centocinque edizioni il Giro ha coinvolto l’Italia intera, con i suoi campioni e le sue strade, i paesaggi abbaglianti e i sorrisi e gli applausi della gente, prima di arrivare alle grandi salite già percorse da personaggi nel tempo diventati eroi: Coppi e Bartali, Felice Gimondi, Beppe Saronni, Francesco Moser, Claudio Chiappucci, Marco Pantani. Tutti campioni che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nel cuore dell’Italia, che oggi fatica a trovare corridori così rappresentativi.
«Oggi il Giro fa fatica a trovare un corridore italiano che sia veramente in grado di vincere. La stessa cosa sta succedendo in Francia con il Tour – ha detto prima della partenza il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni – Quest’anno godiamoci Vincenzo Nibali, un grande corridore che possiamo dire di aver contraddistinto un intero decennio, dal 2010 in poi. Un altro atleta italiano da cui ci aspettiamo tanto è Filippo Ganna, che però quest’anno ha deciso di dedicarsi al Tour de France e per questo motivo non è presente al Giro d’Italia. Decisione che rispetto. Anche quando Nibali decise di correre il Tour per provare a vincerlo, non partecipando al Giro, fui d’accordo. È giusto che ai grandi corridori vengano date le opportunità che desiderano».
Vegni si è anche soffermato sulle possibilità che emergano corridori del Sud Italia: «È fondamentale che nel Sud Italia si investa in strutture che diano la possibilità ai tanti giovani ciclisti di poter crescere senza costringerli a trasferirsi al nord per poter competere».
C’è da augurarsi che anche questo tema sia nell’ordine del giorno del Consiglio Federale della Federazione Ciclistica Italiana, in programma oggi pomeriggio presso l’Aula Consiliare del Comune di Palmi.