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IL CASO – Pasticcio Fondazione Varia: il debito sfora i 500mila euro

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325mila 855 euro è la somma che rappresenta il disavanzo di esercizio messo a bilancio dalla Fondazione Varia, al termine dell’edizione 2023. Ma il disavanzo d’esercizio non è il debito; il debito è un’altra cosa e, nel caso della Varia 2023, ha un valore molto più grande del disavanzo.

È infatti di 515mila 994 euro il debito totale contratto dalla Fondazione, cifra scritta nero su bianco a pagina 4 del documento redatto dal contabile nominato dall’ETS e depositato anche al RUNTS.

Un debito che supera di cinque volte (e più) il patrimonio in dotazione alla Fondazione, rappresentato da “u cippu”, il cui valore stimato è di 92mila euro. Patrimonio che – è evidente – è stato eroso.

Per non perdere la personalità giuridica di fondazione ed evitare di essere anche cancellata dal RUNTS, il Registro Unico Nazionale degli enti del Terzo Settore, la Fondazione Varia deve dotarsi di un patrimonio proprio nuovamente, altrimenti viene a cadere uno dei principi su cui si basa una fondazione, vale a dire il possesso di un patrimonio minimo che è di 30mila euro.

Per questo motivo pare sia pronta la convocazione di un Consiglio comunale straordinario che deciderà sulla variazione della natura giuridica della Fondazione Varia.

Dalla lettura della relazione allegata al bilancio, inoltre, non emerge un passaggio fondamentale richiamato nello statuto: il bilancio non è passato dal voto dell’assemblea dei soci, costituita dai soci fondatori (Comune di Palmi, Daniele Laface e Claudio Carbone), soci partecipanti sostenitori e soci partecipanti istituzionali. L’articolo 15 dello statuto recita che «l’assemblea dei soci è costituita dai soci Fondatori, dai soci Partecipanti sostenitori e dai soci Partecipanti istituzionali ed avrà le seguenti competenze: l’approvazione del bilancio preventivo, entro il 31 dicembre di ogni anno, e relativo all’anno successivo; l’approvazione del conto consuntivo, entro il 28 febbraio di ogni anno e relativo all’anno precedente».

Leggendo il verbale del Cda della Fondazione del 28 giugno 2024, non vi è alcun riferimento all’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci, la quale non viene affatto nominata. Riporta il verbale: «[…] Assume la presidenza ai sensi dell’articolo 18 del vigente statuto il presidente della Fondazione il quale constata che: – la presente riunione è stata convocata in conformità all’articolo 18 dello statuto; – che sono presenti in videoconferenza sulla piattaforma Meet, esso presidente e i membri del consiglio direttivo Domenica Sprizzi e Giovanni Squatriti; – che sono assenti giustificati il sindaco del comune di Palmi e il socio Claudio Carbone».

Il documento prosegue con la spiegazione – da parte del presidente della Fondazione – di quali sono stati i motivi che hanno generato il ritardo nell’approvazione del bilancio, di quali sono invece state le cause del disavanzo e si conclude con la votazione da parte dei membri del Cda. Cda che, nei giorni successivi all’approvazione dei bilancio, ha lasciato l’incarico che, da statuto, è di cinque anni.

Ad oggi non si sa con quali risorse questo debito verrà risanato e entro quanto tempo, ma soprattutto non è chiara la ratio che ha portato il sindaco e la Fondazione a organizzare un’altra edizione della Varia. L’entusiasmo al termine della scasata del 27 agosto 2023 ha indotto il primo cittadino ad annunciare una nuova festa nel 2024; possiamo immaginare che in quel momento non vi fosse contezza della situazione finanziaria della Fondazione e che nessuno immaginava un simile epilogo, ma alla luce di quanto emerso man mano che i revisori constatavano l’ammontare del debito, perché nessuno ha pensato di fare un passo indietro, fermarsi ed evitare di aggravare la situazione?.

Sarebbe bastato poco, sarebbe bastato comprendere e ammettere di non essere nelle condizioni di sostenere altre spese, anche perché un debito di 520mila euro non si sposa bene con i principi etici a cui un ente pubblico e una fondazione devono rispondere.

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