REGGIO – Si è svolta ieri mattina nell’aula bunker del tribunale di Reggio Calabria, l’udienza preliminare del processo “erinni”dinnanzi al Gup Massimo Minniti.
Il Pm Giulia Pantano ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. La prossima udienza è stata fissata per il 15 ottobre. In quell’occasione i legali potranno richiedere per i loro assistiti un rito alternativo.
Gli imputati che richiederanno il rito abbreviato verranno giudicati dal Gup del Tribunale di Reggio Calabria, mentre gli eventuali processi col rito ordinario saranno celebrati al Tribunale di Palmi in composizione collegiale.
I 21 imputati, che devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso e omicidio, sono stati arrestati nel novembre 2013 a seguito dell’attività condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria sotto le direttive ed il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria.
Secondo l’accusa gli omicidi avvenuti a Oppido nel 2012 sarebbero riconducibili alle cosche dominanti in quel territorio: le famiglie Mazzagatti – Polimeni-Bonarrigo contrapposta alla famiglia Ferraro-Raccosta.
La brutalità degli omicidi eseguiti, la componente della vendetta accompagnata dalle probabili torture inferte contro le vittime, hanno portato gli inquirenti a dare il riferimento mitologico “Erinni” all’intera operazione, considerata l’analogia con le Erinni greche che vendicavano la morte dei membri del proprio clan.
Nel processo vengono contestati gli omicidi eseguiti tra il mese di marzo e maggio del 2012, eseguiti secondo l’accusa da esponenti della famiglie Mazzagatti -Polimeni – Bonarrigo per vendicare l’omicidio di Domenico Bonarrigo (detto Mimmazzo classe 1967) ucciso nelle campagne di Oppido il 2 marzo 2012.
Il 13 marzo del 2012 venne ucciso Vincenzo Ferraro e furono rapiti per essere ammazzati probabilmente la sera stessa in un casolare di campagna, Francesco Raccosta e Carmine Putrino. I due corpi non sono stati ritrovati e dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emerso che almeno uno dei due, Francesco Raccosta Francesco dopo essere stato percosso brutalmente, sarebbe stato dato in pasto ai maiali mentre era ancora vivo.
Il 10 maggio dello stesso anno venne ucciso anche Francesco Raccosta, padre di Vincenzo.