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I lavoratori africani scrivono ai rosarnesi

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ROSARNO – Dopo settimane di lunga attesa, nel pomeriggio di ieri, la Questura di Reggio Calabria ha fatto pervenire, presso il comune di Rosarno, la lista dei migranti che potranno soggiornare nel Campo d’Accoglienza di contrada “Testa dell’Acqua”. Ben 180 (su 250 richiedenti) ragazzi africani sono stati ritenuti idonei, ma solamente 100 potranno usufruire degli alloggi gestiti dall’associazione di volontariato “Il mio amico Jonathan”.

Dalla serata di ieri la struttura ha quindi aperto i battenti, ma, fino alle 21, nessuno ha preso possesso dei posti letto. In compenso, i migranti hanno reso pubblica una lettera di risposta al clima di sospetto montato in città nelle ultime settimane. La pubblichiamo integralmente:

Cari fratelli e sorelle rosarnesi, siamo lavoratori africani di tante nazionalità. Abbiamo voluto scrivere questa lettera per ringraziarvi della vostra ospitalità. Poiché negli ultimi giorni si è parlato molto di noi, abbiamo deciso di parlare in prima persona.

Malgrado la triste situazione che si è verificata due anni fa, che fa male a tutti, ci troviamo di nuovo insieme, nella vostra città e sulla vostra terra. Quella lezione triste ce la portiamo nel nostro cuore, così come voi nel nostro.

Noi siamo persone come voi. Vogliamo lavorare per vivere, come voi. Siamo in difficoltà quando non c’è lavoro, come voi. Emigriamo per trovare lavoro come tanti di voi in passato e ancora oggi. Abbiamo famiglie, madri, fratelli, figli come voi. Siamo qui per cercare una vita migliore, non per creare problemi. Per questo vi chiediamo di non avere paura di noi.

L’emigrazione è una risorsa economica e culturale… un’occasione di cui approfittare, noi e voi.

Chi in questi giorni ha parlato di noi diffondendo la paura è responsabile per le sue parole. Noi non ci riconosciamo in quello che si è detto di noi. Se qualcuno tra noi sbaglia, fa soffrire più noi che voi. Ma non vuol dire che tutti sbagliamo. Come quando in italiano sbaglia, non tutti gli italiani hanno colpa.

Approfittando di questa occasione, noi immigrati, in particolare noi africani, vogliamo farvi sapere che siamo qui per lavorare e partecipare allo sviluppo di questa città e della regione e nel futuro partecipare alle sorti della nazione italiana. Noi siamo fieri del nostro impegno e del nostro sudore. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Allora noi dobbiamo parlarci, capirci e insieme riuscire ad andare avanti.

Purtroppo le nostre condizioni di vita non ci permettono di farlo. Dopo una giornata di lavoro nei campi, abbiamo solo il tempo per fare un po’ di spesa e telefonare a casa e poi camminare a lungo fino ai luoghi in cui dormiamo. Noi stiamo nelle case abbandonate, senza luce né acqua. È una vita molto dura, ogni giorno. Molti di noi non riescono a trovare una casa in affitto. Facciamo appello alla vostra sensibilità e intelligenza: siamo persone come voi, noi dobbiamo rispettare tutti e tutti devono rispettare noi.

Tutti insieme dobbiamo trovare una soluzione perché ci possiamo integrare con tutti i cittadini  – di Rosarno, di Roma e del mondo…

Auguriamo a tutti un buon natale.

Lavoratori africani, cittadini del mondo, in Italia”.

Francesco Comandè

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