GIOIA TAURO – Oggi ricorre il primo anniversario dalla tremenda alluvione che si è abbattuta su Gioia Tauro, che ha segnato il cuore ed è scolpita nelle menti dei gioiesi non solo per l’eccezionalità meteolorogica, ma anche per aver devastato, con una montagna di acqua e fango,i popolosi quartieri di Valleamena, del Fiume e di Tre Palmenti. Quelle zone sono state duramente colpite dall’esondazione del Budello, straripato dopo una pioggia incessante, che ha causato milioni di euro di danni e mandato nel baratro centinaia di famiglie,costrette a lasciare le proprie case per trovare rifugio, per diverso tempo, in alcuni alberghi cittadini oppure nelle abitazioni dei parenti.
Un tremendo evento calamitoso che poteva avere conseguenze peggiori.
Tutti si sono impegnati al meglio per dare una mano: molte associazioni, le forze di polizia e gli amministratori.
Tra loro anche Carmine Riso un gioiese che può essere considerato un eroe dei nostri tempi. Riso, con la propria imbarcazione, si è speso fino allo stremo delle forze per salvare tanta gente,soprattutto bambini e anziani intrappolati nelle case da quell’inferno di acqua e fango.
L’uomo stava tornando a casa e si trovava sulla strada che costeggia il fiume,quando ha sentito un boato fortissimo. Un attimo dopo è arrivata una valanga di acqua, fango e detriti, pochi secondi per capire quello che stava accadendo e senza esitare si è buttato in mezzo a quel cataclisma, salvando molte vite umane. Riso ha dato un esempio lampante di solidarietà civile e dopo aver aiutato moltissime persone è crollato esausto, vinto dalla fatica.
L’auspicio è che questo sforzo venga riconosciuto e preso come esempio.
Chi scrive considera Riso un vero eroe, l’eroe del Fiume.
Pasquale Patamia