GIOIA TAURO – E’ stata protocollata pochi minuti fa da cinque consiglieri comunali di opposizione la richiesta di inserire nella seduta di sabato prossimo del consiglio comunale di Gioia Tauro, un punto all’ordine del giorno relativo all’inchiesta della magistratura di Potenza che indaga sul possibile smaltimento di rifiuti pericolosi nel depuratore di Gioia Tauro.
L’ipotesi dell’accusa è che i rifiuti siano stati smaltiti dopo essere stati classificati con un codice falsificato.
Nel documento firmato dai consiglieri Aldo Alessio, Francesca Altomonte, Salvatore Larosa, Rosario Schiavone e Giuseppe Zappalà, viene chiesta la “costituzione di parte civile del comune di Gioia Tauro nell’inchiesta portata avanti dalla magistratura di Potenza sulle scorie illegalmente smaltite sui rifiuti preicolosi nell’impianto di depurazione di Gioia Tauro, festito dalla Iam.
Nella giornata di ieri il sindaco Giuseppe Pedà ha espresso la sua opinione a nome dell’amministrazione comunale: “Dalle indagini della procura di Potenza emergerebbe uno spaccato inquietante – ha scritto Pedà – in grado di generare apprensione presso una cittadinanza molto sensibile sui temi della difesa dell’Ambiente e della Salute del cittadino. La mia amministrazione -prosegue il primo cittadino – chiede quindi che si faccia chiarezza in tempi brevi, confidando nella capacità degli organi inquirenti di impedire fin da subito il protrarsi di prassi e metodi potenzialmente nocivi e non conformi alle leggi. In ogni caso, in ossequio al nostro orientamento garantista, non intendiamo emettere ‘sentenze’ sommarie e mediatiche sull’onda dell’emozione e della legittima indignazione, nella speranza che le figure tirate in ballo da una inchiesta che ipotizza la consumazione di condotte gravissime possano dimostrare la correttezza del proprio operato e l’inesistenza di rischi per gli abitanti del comprensorio di Gioia Tauro. Nondimeno – ha concluso il sindaco – seguiremo con scrupolo e attenzione l’evolversi della vicenda, pronti eventualmente a tutelare in ogni sede i diritti di una cittadinanza spesso ferita e bistrattata nel silenzio complice di classi dirigenti non adeguate che nel passato assumevano sovente posizioni subalterne rispetto ai grandi potentati economici. Quel tempo è finito. Noi pretendiamo verità e giustizia nei confronti di tutti”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il comitato di quartiere fiume che ha chiesto pubblicamento l’azzeramento dei vertici della società che gestisce il depuratore.