Dopo la sospensione dalla carica di sindaco, arrivano le dimissioni di Francesco Rossi, ormai ex primo cittadino di Delianuova arrestato il 24 Settembre insieme ad altre 18 persone nell’ambito dell’operazione “Iris”.
Rossi ha comunicato le proprie dimissioni con un telegramma indirizzato all’ufficio del segretario comunale, il quale ha subito provveduto ad informare il Consiglio comunale.
Francesco Rossi è stato eletto sindaco nel Maggio del 2015 in una lista civica, dopo essere stato per diversi anni vicesindaco.
Ed è all’epoca in cui era vicesindaco che risale l’inizio dell’indagine conclusasi con l’arresto; a Rossi viene contestata la partecipazione alla cosca di Sinopoli degli Alvaro, tanto che nell’ordinanza firmata da gip della Dda reggina Gaetano Paci, si legge chiaramente che Rossi era «il referente politico della cosca Alvaro in seno al Comune di Delianuova, eletto con i voti della mafia per farne gli interessi».
Rossi avrebbe preso parte – stando alle intercettazioni dei militari – alle numerose riunioni nella “casetta” di contrada Scifà, luogo di ritrovo di esponenti di tutte le cosche reggine in cui si decidevano le strategie criminali, venivano dati incarichi e si decideva su quali lavori “intervenire” chiedendo la mazzetta.
Negli stessi anni in cui Francesco Rossi era vicesindaco di Delianuova, il municipio ha subito diversi attentati dinamitardi, così come alcuni dipendenti dell’Ente. Rossi sarebbe stato al corrente dell’origine di questi attentati ma, scrive il pm Giulia Pantano nell’ordinanza, «anziché dimettersi o denunciare l’accaduto alle autorità competenti, ha cercato di trovare una soluzione coinvolgendo la famiglia Alvaro».
E conclude: «Rossi ha dimentico la sia veste di uomo delle Istituzioni ed ha preferito appoggiare se seguire attivamente i modi di fare tipicamente mafiosi».