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Caccia al cinghiale, Mattiani: «Abbiamo lavorato per dare risposte ad allevatori e agricoltori»

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«Con l’approvazione del Piano straordinario regionale quinquennale per la gestione e il contenimento della specie cinghiale, ancora una volta la Regione Calabria ha dimostrato grande attenzione verso i nostri agricoltori e allevatori. E sempre con un occhio vigile sulla PSA, la peste suina africana».

Lo scrive in una nota il consigliere regionale Giuseppe Mattiani che negli scorsi mesi si è battuto per la riapertura della caccia al cinghiale proprio per favorire il contenimento della proliferazione incontrollata della specie.

«In questi mesi – prosegue il consigliere regionale – non ci siamo risparmiati. Abbiamo lavorato sul territorio e per il territorio, ascoltando allevatori e agricoltori, cittadini e cacciatori, le loro storie e le loro difficoltà. Ci siamo più volte confrontati con il commissario straordinario alla Psa, Giovanni Filippini che ha ascoltato le esigenze e i dubbi di un’intera area territoriale. Progressivamente è stata resa possibile l’attività venatoria al cinghiale in braccata, in selezione e controllo proprio nelle zone soggette a restrizione I, e in seguito, è stato dato il via alle operazioni di depopolamento dei cinghiali anche in zona di restrizione II. È stato un impegno gravoso, perché vi era contemporaneamente e prioritariamente l’esigenza di evitare focolai di PSA. Ci siamo riusciti e ne siamo orgogliosi. Adesso si volta pagina».

Quindi un accenno al Piano straordinario regionale:

«Oggi con il Piano straordinario regionale quinquennale per la gestione e il contenimento della specie cinghiale, la Giunta regionale ha introdotto uno strumento innovativo e strategico, che rappresenta una risposta strutturata alle problematiche connesse all’eccessiva presenza di cinghiali sul territorio calabrese. Vengono introdotte misure concrete, quali il controllo selettivo della popolazione mediante catture con trappole, abbattimenti mirati e altre tecniche innovative, sempre nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza pubblica, il monitoraggio continuo della presenza della specie grazie all’uso di strumenti tecnologici avanzati, che permetteranno una gestione dinamica e adattiva, l’implementazione di misure preventive, come l’installazione di recinzioni nelle aree agricole più vulnerabili, al fine di ridurre gli impatti economici. Verrà, inoltre, attivato un tavolo tecnico composto da rappresentanti istituzionali, associazioni agricole e venatorie, coordinerà l’attuazione ed il monitoraggio del piano, che troverà applicazione su tutto il territorio regionale e avrà una durata quinquennale (2025-2029)»

«Per andare incontro alle richieste del settore agricolo è stata prolungata la stagione venatoria del cinghiale fino al 30 gennaio – conclude Mattiani – Una ulteriore misura di contenimento dell’impatto della peste suina, che ha causato ingenti danni economici agli agricoltori e agli allevatori».

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