Gli interventi della rubrica “Altalenando” sono curati dall’Adic, associazione donne insegnanti calabresi
Oggi sono triste, vorrei non ci fosse più una giornata in cui ricordare e condannare la violenza sulle donne.
Sarebbe un mondo felice perché vorrebbe dire che il genere maschile è rinsavito, che ha capito quanto è importante vivere in armonia con l’altro sesso.
Oggi si sono sprecate le manifestazioni i discorsi i ricordi di donne barbaramente uccise.
Si è voluta una partecipazione massiccia di relatori uomini, giustamente perché è la mentalità maschile che deve cambiare, sono gli uomini che devono giudicare questa barbarie.
A volte, pur condannando l’azione violenta, molti uomini tendono ad attenuarla come se fosse una reazione ad un atteggiamento risoluto della donna che non vuole sottomettersi alle regole stabilite dall’uomo secondo il proprio tornaconto.
Ho ascoltato declamare poesie leggere brani in cui si esaltano le virtù femminili, la dolcezza, la saggezza, la pazienza, ma avevo voglia di gridare la mia rabbia contro questa fiera dell’ipocrisia.
Voglio essere rispettata anche senza avere dolcezza, saggezza, pazienza.
Voglio essere rispettata perché sono una creatura di Dio e non un sottoprodotto dell’uomo.
Domani tutto sarà finito, stenderemo il velo dell’oblio su quanto detto oggi e continueremo ad ascoltare in tv a quale numero di femminicidi si è arrivati.
m.a.