Gli interventi della rubrica “Altalenando” sono curati dall’Adic, l’associazione donne insegnanti calabresi.
Se entri dentro una fiaba come ha fatto un gruppo del laboratorio teatrale alle Cisterne il 25-11-2018 per ricordare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne fai un percorso interiore che passa dalla schiavitù alla libertà.
Quattro associazioni gioiesi (Laboratorio Donne – ADIC – Fondazione Pina Alessio – Lega Navale) hanno scelto la modalità interattiva per sensibilizzare il pubblico riunitosi per l’occasione.
Attraverso il contributo artistico della scultura, della musica, della pittura, del decoupage, della fotografia e del teatro, in questa varietà di stimoli e di interventi, lo spettatore è stato coinvolto emotivamente.
Il gruppo del laboratorio teatrale, costituito da volontarie che non si conoscevano, con tecniche di gioco e di rilassamento ha portato alla luce potenzialità inespresse e, raccontando col mimo e la parola ha messo in scena la fiaba di Barbablù (fiaba che risale a Perrault e che è stata ripresa in un testo di Clarissa Estès proprio per analizzare il mondo immaginario e simbolico).
Risuonava nella sala una domanda: chi è Barbablù? È un essere inquietante che la piccola di tre sorelle accetta di sposare, dice la narratrice. La sposa, però, scopre una terribile realtà: Barbablù uccide le sue donne e le rinchiude in uno scantinato.
La sposa grida la sua disperazione e sono i suoi fratelli che le vengono in soccorso uccidendo Barbablù. La domanda si ripete: chi è Barbablù?
Silenzio e attesa sono nello spettatore. Audrey e Maria Grazia, dolci, leggere, sapienti guide del laboratorio teatrale ci invitano a scoprire i tanti Barbablù che agiscono non solo sulle donne, ma anche sui bambini, sugli uomini, nei luoghi di lavoro, sugli anziani. C’è un Barbablù anche dentro di noi (quando ci costruiamo una prigione).
È uno stupore vitale quello che Audrey ci lascia. Ci invita a rompere le catene del silenzio e dell’accettazione del male per costruire o ricostruire rapporti umani rispettosi della propria e altrui persona nella libertà.
Barbablù è l’uomo prepotente che possiede, comanda, illude, pretende, vieta, dai tempi delle fiabe ad oggi. Ma è proprio nel divieto che quest’uomo si fa conoscere. Nella donna, la sposa si apre la consapevolezza di quell’incontro sbagliato e solo con la forza dell’istinto di sopravvivenza nasce la speranza della liberazione.
Il cammino verso la libertà passa dal sentiero della consapevolezza alla richiesta di aiuto e poi al soccorso.
Un vero incontro è libertà, rispetto, confronto, costruzione, mete comuni e noi, come persone libere non possiamo chiudere gli occhi rischiando di diventare complici di certe situazioni negative.
La rete delle donne puo’ spezzare l’isolamento in cui molte si trovano a vivere.
L’ADIC già da tempo ha proposto l’apertura di un centro di ascolto in città, ha avuto la delibera comunale per una sede, ma il sevizio non si è potuto iniziare per il cambio dei vertici comunali.
L’ADIC vuole riaprire le trattative.
È un modo per essere presenti nel territorio con la cultura ed il servizio.
Così le manifestazioni dei 25 Novembre di ogni anno fanno crescere la comunità e non risultano vane.
Liù Frascà