Di ritorno dall’esperienza giubilare dei sacerdoti a Roma, nella festa del Sacro Cuore, il nostro vescovo ha inviato ai sacerdoti un messaggio che ritengo molto importante per la nostra associazione “Presenza”, ma anche per tutti i fedeli della nostra diocesi.
“Vorrei condividere con voi una riflessione personale, ispirato a quello che ci ha detto il Santo Padre.
Ci preoccupiamo spesso, scrive il vescovo, di costruire una preparazione teologica, di affinare il pensiero, e di approfondire la dottrina della nostra fede.
Tutto questo certamente è necessario, senza tuttavia dimenticare di formare il cuore.
E’ proprio nel cuore, infatti, che nasce la vera pastorale, è lì che germoglia la carità, quella virtù che non si trasmette con i libri, ma che si testimonia con la vita.
Gesù stesso ce lo ricorda con parole limpide, semplici e disarmanti:
“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29).
Non dice: “Imparate da me che sono potente”, né “che sono sapiente” o “che conosco ogni cosa”. Dice: mite e umile di cuore.
E questa è la lezione più difficile, ma anche la più essenziale, per ogni discepolo, e per ogni battezzato.
Troppo spesso, nei nostri progetti, siamo ricchi di cultura ma poveri di relazioni, cerchiamo l’ultimo studio, il corso di aggiornamento, il convegno più accreditato, e questo è un bene, ma poi fatichiamo a vivere la comunione fraterna, ispirata alla carità
Fatichiamo a perdonare, a salutarci, a compiere quei gesti semplici ma essenziali di fraternità evangelica.
E così diventiamo uomini del sacro, ma non sempre uomini di Dio, uomini della liturgia, ma non sempre fratelli nella carità.
Eppure, come popolo di Dio, non è necessario essere esperti, né tecnici della fede, ma, col cuore vero, essere capaci di ascoltare e di chinarsi davanti alla sofferenza, di leggere i silenzi e gli sguardi delle persone che sanno abitare la fragilità, con rispetto e tenerezza.
Abbiamo bisogno di una conversione del cuore, di tornare alla scuola del Cuore di Gesù.
Un cuore trafitto, ma aperto, ferito, ma pieno d’amore, rifiutato, ma instancabile nel donarsi.
In questo giorno solenne, in cui celebriamo il Sacratissimo Cuore di Gesù, chiediamo che il suo Cuore sia per noi rifugio sicuro, scuola di amore, sorgente di tenerezza e di verità. Che ogni suo battito diventi per noi lezione di carità vissuta, invito alla misericordia, e richiamo alla fraterna comunione e solidarietà affettiva, ma anche effettiva
