PALMI – «Si confermino le condanne della sentenza di primo grado». Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale Danilo Riva al termine della requisitoria del processo d’appello “Topa”, che vede attualmente in carcere nove persone presunte affiliate alla cosca Gioffrè di Seminara. La Corte d’Assise di Palmi, presieduta da Maurizio Salamone con a latere Gaspare Spedale e Maria Lura Ciollaro, decise in primo grado 9 condanne ed una sola assoluzione: 7 anni inflitti a Rocco Antonio Gioffrè (deceduto lo scorso anno), il capostipite; 6 anni e 6 mesi al sindaco uscente di Seminara Antonio Marafioti e 6 anni ad altri due politici, Mariano Battaglia e Carmelo Buggè. 5 anni e 6 mesi di carcere a testa per Vittorio Vincenzo Gioffrè, Antonio Giuffrè, Vincenzo Gioffrè, Domenico Gioffrè e Vincenzo Gioffrè. Assolto invece Antonino Tripodi.
Riva ha dunque chiesto alla Corte d’Appello di Reggio Calabria che vengano confermate le pene inflitte il 30 aprile 2010 dalla Corte d’Assise del Tribunale di Palmi.
Il processo “Topa” nasce da un’ operazione condotta dai Carabinieri che, nel novembre 2007 diedero esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Reggio Calabria Anna Maria Arena. Nel mirino la famiglia Gioffrè di Seminara rea, secondo il Pubblico ministero Roberto Di Palma, di aver condizionato il libero voto nel Comune di Seminara, imponendo un proprio candidato, l’uscente sindaco Antonio Marafioti. Sempre secondo la pubblica accusa, la famiglia Gioffrè, avrebbe controllato le elezioni.
A seguito dell’operazione dei Carabinieri, venne sciolto il Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose.
Al termine della requisitoria del sostituto procuratore, il processo è stato aggiornato al 25 gennaio prossimo, quando in aula ci saranno le arringhe dei collegi difensivi.
Viviana Minasi