Calabria e sanità è da sempre uno di quei binomi che non fa di certo pensare a qualcosa di bello ed efficiente ma, al contrario, ci proietta una serie di notizie che quotidianamente ci bombardano su carenza di posti letto, lunghe attese per una visita o un intervento, strutture con personale sottodimensionato, ospedali che chiudono, e poi loro, i casi di malasanità, quelli che ci fanno pensare e dire che viviamo in una terra maledetta e dimenticata da tutti.
Nei giorni scorsi ha fatto il giro del web (e non solo) la notizia che l’ex voce degli Spadau Ballet Tony Hadley poco prima di un concerto a Palmi è caduto procurandosi la lesione di parte del ginocchio, motivo per il quale ha dovuto subire un intervento delicato.
L’intervento si è svolto a Lamezia Terme, è andato bene e Hadley non fa altro, da giorni, che ringraziare i medici che lo hanno operato e tutto il personale che si è preso cura di lui, da quando è caduto – a Palmi – a quando è salito in aereo per rientrare a Londra dopo l’intervento.
E chi ce lo doveva dire? Chi l’avrebbe mai detto che qualcuno (e non uno qualsiasi) avrebbe osannato la sanità calabrese?
Sì, lo sappiamo tutti: si è trattato di un piccolo faro nel buio e di un episodio che non ha modificato i connotati del sistema sanitario regionale.
Vale la pena però fermarsi un attimo a constatare che, a volte, capita di imbattersi anche in situazioni inaspettatamente positive. Oltre alle difficoltà oggettive, vale la pena ricordare che anche nella sanità calabrese esistono punti di forza, che quello che diamo per scontato, scontato non lo è e che guardare la nostra realtà con gli occhi di chi viene da lontano può aprire scenari nuovi e pieni di sorprese.
Non potremmo, almeno per una volta, goderci il momento in cui finalmente si parla della Calabria senza associarla ad eventi tristi e poco edificanti, proprio quegli eventi che tante volte ci hanno fatto dire “eh ma basta parlare della Calabria in senso negativo”?
Saremo forse troppo e da troppo tempo dediti alla lamentela, e non riusciamo a riconoscere quanto di buono invece abbiamo? Quello di cui dovremmo stupirci, forse, è come i casi positivi facciano notizia e non siano la normalità.
Facciamoci caso e facciamo in modo, tutti, che la normalità sia, finalmente, una conquista e non un miraggio.