ROSARNO – Si è svolta stamattina, presso l’incantevole cornice di largo “Bellavista”, la cerimonia di commemorazione ai caduti organizzata dall’amministrazione comunale di Rosarno.
L’evento ha interessato un vasto numero di gente, tra i presenti vi erano, oltre all’intera giunta comunale, molti parenti dei caduti nei due conflitti mondiali del “15-18” e del “39-45”, i rappresentanti delle associazioni dei Reduci e dei Prigionieri, le associazioni dell’Arma e quelle combattentistiche, una rappresentanza ufficiale di alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore “R. Piria”, alcuni consiglieri comunali e tutte le associazioni socio-culturali presenti sul territorio cittadino.
La commemorazione è iniziata con la celebrazione di una messa di suffragio nella chiesa “Matrice” di piazza “Duomo” ed è proseguita, subito dopo, presso la villa comunale. La manifestazione, nata dall’esigenza di creare un momento di raccoglimento per l’intera città, è proseguita come da programma: alza bandiera ed inno d’Italia, un breve saluto del sindaco Elisabetta Tripodi, che, dopo aver dichiarato di essere orgogliosa di commemorare «questi ragazzi che hanno dato la propria vita per amor di patria», ha deposto una corona di alloro ai piedi del monumento ai Caduti, l’intervento delle autorità militari ed infine è stato letto l’appello nominativo dei complessivi 188 caduti rosarnesi.
«L’attenzione posta verso i coraggiosi soldati rosarnesi, battutisi fino all’estremo sacrificio per onorare la nostra Patria e la nostra città non è rituale – ha dichiarato Michele Brilli, assessore alla Pubblica Amministrazione – le loro coraggiose esperienze devono essere un esempio da indicare alle nuove generazioni». Il membro di giunta, che ha personalmente curato i dettagli organizzativi della mattinata ha proseguito spiegando ai più giovani che «i caduti rosarnesi non sono morti invano, ma hanno saputo onorare la Patria con un progresso civile e morale che ha dato lustro a tutti gli italiani. La nostra città ha nei confronti dei suoi caduti un immenso debito di riconoscenza – ha concluso Brilli – e questa cerimonia può e deve contribuire a tenerli vicini oltre che alle loro famiglie a tutta la cittadinanza».
Francesco Comandè