Lo sappiamo da tempo, non è una novità: il revenge porn esiste qui e lontano da qui, e può purtroppo riguardare tutti. Di recente è stata scoperta su Telegram una chat ideata da due fratelli russi in cui circola di tutto: pedopornografia, stupro di gruppo virtuale, organizzazione di azioni di stalking.
Immagini, video, dati sensibili, informazioni in possesso degli utenti perché frutto di una vecchia storia oppure sottratte anche illecitamente, pescate dai social e usate come ricatto, ottenute nei casi più inquietanti dagli stessi genitori che fanno circolare le foto dei figli.
Abbiamo ricevuto in redazione la lettera di una giovane 18enne palmese di nome Barbara, che ha voluto capire da vicino il fenomeno dopo essersi imbattuta in una chat per caso a fine febbraio. Barbara non è stata vittima di revenge porn, ha solo voluto cercare di capire cosa accade in questo terribile mondo, e lo ha messo nero su bianco.
Da diversi giorni su internet, in modo specifico su Twitter, sono uscite allo scoperto diverse chat di gruppo create su Telegram, dove vengono scambiate diverse foto senza il consenso del soggetto ripreso, o addirittura materiale pedopornografico.
A sentire quest’ultima parola provo un brivido assurdo, ma leggere determinati commenti di padri o anziani, mi si gela il sangue.
Vorrei esprimere ciò che sento questa questione, perché è vero, sono solo una semplice ragazza di 18 anni che frequenta un istituto tecnico, ma ho anche io il diritto di esprimere ciò che penso in merito.
Da diversi giorni, io come molte altre ragazze, non ho avuto tregua nel segnalare e smascherare queste persone; mentre lo facevo, mi trovavo davanti una miriade di messaggi, di immagini, di commenti che mi sconvolgevano sempre di più.
Sono diverse le cose mi hanno profondamente turbata; tra queste c’è il fatto che legga commenti in cui questi individui vengono giustificati da ragazze, o peggio ancora mi trovo a leggere i messaggi di ragazze all’interno di questi stessi gruppi che scherzano e che appoggiano il loro pensiero. Ho letto addirittura di una ragazza che ha esplicitamente detto che la colpa non è di questi soggetti e che nessuno può fare niente.
Vedete, questa cosa mi fa arrabbiare e vomitare allo stesso tempo, perché non so se hanno capito ma siamo state paragonate a dei contenitori di seme, siamo state paragonate a dei giocattoli sessuali.
Ah, ciliegina sulla torta, hanno detto di essere d’accordo sul femminicidio e sullo stupro! E non è poco.
Un’altra cosa che mi fa davvero arrabbiare sapete qual è? Che in questi gruppi c’è di tutto: dagli adolescenti ai padri di famiglia, molto spesso anche anziani, che farebbero seriamente di tutto.
Ho letto messaggi del tipo «vendo mia figlia» o ancora «vendo foto della mia ex», «cerco 12 enne».
Ma voi, prima di scrivere queste cose orribili e premere invio, lo sapete che state rovinando la vita a delle ragazze, che in un certo senso hanno costituito parte della vita? Ma come fate a dare della poco di buono ad una ragazza che ha avuto una storia con voi, che ha regalato sorrisi, che si è fidata al 100% di voi?
Come fate a prendere una foto così innocua di una minorenne, magari vostra figlia o nipote, e trovare stimolo anche in quella? Lo so che si tratta di gente malata, ma arrivare a questo punto mi sembra davvero esagerato. E poi, come fate a guardare i vostri figli in faccia? Come pensate che stiano? Come possono chiamarvi “papà” se scrivete cose del genere? Cosa racconterete loro da grandi? Che facevate parte di un gruppo dove scrivevate cose orribili, anche e solo per scherzare, del tipo «come posso violentare mia figlia senza farla piangere»?
Ditemi se una persona che si comporta così può essere definita padre.
Ci sono poi anche loro, i maschi che danno delle moraliste alle donne, senza capire che non si tratta di moralismo o meno, si tratta di rispetto per le donne, perché non è normale che nel ventunesimo secolo siamo ancora costrette a leggere commenti del tipo «sono fatte per stare a casa a fare la torta di mele mentre il marito le picchia».
Provo seriamente una grande pena per tutto questo, perché sono sempre andata avanti pensando che da soli non si può fare niente ma insieme possiamo farci sentire, ma come posso farmi sentire se addirittura ci sono donne come me, che giustificano queste azioni?
Sento dire il «Revenge porn ci è sempre stato», o addirittura «è un gioco, non succede niente».
Che il Revenge porn ci sia sempre stato non lo metto in dubbio, ma allora mi rivolgo a chi ha il dovere di intervenire: perché dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per agire? Perché lasciate che queste persone rovinino la vita di altra gente?
Barbara Fazio