Si chiama “contadanno” ed è il documento che l’associazione “Prosalus” di Palmi ha rilasciato in questi giorni dopo un attento studio relativo ai costi di realizzazione del nuovo ospedale della Piana che, a causa degli oramai noti ritardi, stanno lievitando.
Obbiettivo del documento è quello di comunicare con continuità e a cadenza fissa alle autorità competenti ed ai cittadini il danno sanitario e sociale causato dai ritardi nell’iter, per tenere viva l’attenzione su questo delicato problema e sollecitare i necessari interventi istituzionali. Troppe volte infatti, specie in Calabria, si è assistito ad opere di sanità pubblica finanziate ma non realizzate oppure costruite ma mai attivate.
«Tutto ciò è inaccettabile – riporta una nota dell’associazione – ed il controllo costante e diffuso dei cittadini mira proprio ad evitare che tale situazione si ripeta anche per il nuovo ospedale della Piana».
«Il contadanno” è un documento che riporta dati assistenziali ed economici che mettono in evidenza il danno ingiusto cagionato alla popolazione della Piana di Gioia Tauro per la mancata realizzazione del nuovo ospedale di Palmi a causa di gravi ritardi politici e tecnico-burocratici – si legge nel documento – Tale ospedale era stato previsto, finanziato e dichiarato urgente dall’Accordo di Programma Stato/Regione del 13 dicembre 2007 e a tutt’oggi, dopo oltre 14 anni, non è stata ancora effettuata neppure la consegna dei lavori per l’apertura del cantiere. Anzi, dal recente Piano Operativo Sanitario Regionale 2022-2024 e dalle dichiarazioni pubbliche dei responsabili regionali è certo che l’Ospedale sarà realizzato non prima del 2026 e attivato non prima del 2027. È dunque già “certificato” un tempo di realizzazione, inconcepibile per una corretta amministrazione pubblica, pari a 20 anni sempre che non si vada ancora oltre».
Il “contadanno” andrà di pari passo col “contatempo”, altro documento a comunicazione fissa dell’Associazione Prosalus che mette in evidenza, in relazione ai tempi legali del procedimento, l’ingiustificato trascorrere degli anni per un’opera pubblica che avrebbe già dovuto essere realizzata da tempo.