Definito in primo grado l’ultimo scampolo del processo “LEX” che ha interessato il territorio di Laureana di Borrello.
Alla sbarra, Nicodemo Lamari, nei confronti del quale era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nello stesso frangente in cui il troncone principale era in dirittura di arrivo.
Il Tribunale di Palmi ha stabilito che “il fatto non sussiste”, e nei confronti dell’imputato è stata disposta la scarcerazione (ma rimane dentro per altro reato).
Lamari è difeso dall’avvocato Domenico Ceravolo, del Foro di Palmi e dall’avvocato Carlo Monaco del Foro dio Cosenza.
Dopo l’esecuzione delle ordinanze custodiali nei confronti di 49 persone, il processo si è incanalato in due binari. Circa 20 persone hanno scelto il rito abbreviato, con molte condanne e qualche assoluzione ma, in seguito all’appello molte condanne sono state annullate.
I rimanenti imputati hanno scelto il rito ordinario, che si è tenuto dinanzi al Tribunale di Palmi.
All’esito di quest’ultimo processo, tutte le aziende sequestrate, eccetto un mini-market, sono state restituite ai proprietari e questi sono stati assolti.
La sentenza del Tribunale di Palmi ha stabilito inoltre che non vi fu un’infiltrazione mafiosa nel Comune che, però, era stato sciolto.
Dissequestrata anche la squadra di calcio perché, anche qui, il Tribunale, non ha ravvisato infiltrazioni mafiose.
Questa “tranche” ora pende in appello.